Immaginate un mix fra i Porcupine Tree, gli ultimi Marillion, gli
Smiths e i Coldplay? La voce di Louis Gabbiani ha una delicatezza
evocativa che rievoca quella senza tempo di Morrissey, mentre le musiche
post rock tendenzialmente complesse di questa nuova formazione possono
essere accostate a quelle di certo prog evoluto degli artisti citati.
Gli Amberlight hanno dato alle stampe il primo lavoro nel 2004 e in
pochi anni, grazie ad un’intensa attività live, sono
cresciuti molto e questo disco è il frutto di tanto impegno.
Si parte con “Moody”, atmosfere tese ed elettriche, con
una sezione ritmica che trascina, ci portano a correre forte con la
fantasia, ottimo pop rock anthemico con cantato malinconico, che dal
vivo deve rendere davvero molto bene. “All Over Soon”
è più tranquilla e gioca più sul cantato, ma
è un brano complesso dove la band si da alla sperimentazione
con buoni risultati. “Waste” è una via di mezzo
fra i primi due brani. Le atmosfere minimali di “Drake”
sono ammalianti, con l’incipit affidato ad un piano sospeso
e stregato, Louis canta con grande passione e trasporto e la band
dimostra carattere. “Never Fade Out” è più
orecchiabile e pur essendo piacevole, lascia meno il segno. “The
Deep Twist” è una ballata intimista, molto romantica
e assolutamente non sdolcinata, fa da contraltare la rockeggiante
“Fire Walk With Me”, dove il gruppo mostra i muscoli e
tira fuori tutta la propria grinta, pur mantenendo un proprio stile.
Ricordate che vi avevo parlato degli Smiths? “Still Going Nowhere
sfiora quasi il plagio, ma è una gran bella canzone e sono
contento che ci sia un gruppo che riproponga queste splendide sonorità.
Anche la seguente “Does It Ever Get Better” rimane sulle
sulle stesse sonorità e continua a piacermi. La prima parte
di “Play” ha quasi un’atmosfera cinematografica,
poi il brano prende il volo su un giro trascinante ed esplode di vitalità.
La tensione in “No Love Lost” è quasi palpabile,
grande forza drammatica, grande brano. Chiude l’onirica “…And
Then It Stopped Raining”, che aggiunge una nota triste sulla
fine di questo piacevole cd.
Gli Amberlight sono dei furbetti? Sicuramente hanno saputo mettere
a frutto l’esperienza degli ultimi vent’anni di sofisticato
rock inglese e non è poco, ma quello che conta di più
è che la loro musica convince, non saranno originalissimi,
ma sono giovani e avranno il tempo di dimostrare quello che valgono
veramente, intanto questo è un disco che merita di essere ascoltato.
Teneteli d’occhio. GB
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