Con
gli Amon Duul II ci addentriamo nel mondo del Kraut Rock e ci immergiamo
in sonorità cosmiche, un intricato labirinto musicale dalle
radici lontane e profonde. Il Rock alla fine degli anni ’60
esplode in tutto il suo fervore in Inghilterra, in America e trova
molti consensi anche in Germania, dove i figli dei fiori uniscono
il loro credo sonoro con Bach, Wagner, alcuna elettronica ed improvvisazione.
Il risultato in certi casi è decisamente bislacco sennonché
dalla forte personalità.
Il gruppo in esame all'inizio era una specie di comune hippie, poi
il gruppo di divide in due e nascono gli Amon Duul che hanno dato
alle stampe pochi e trascurabili Lp e i ben più creativi Amoon
Duul II, questi riescono a produrre più dischi, grazie ad una
più ferrea stabilità di line-up. Dalla loro discografia
esaminiamo “Yeti”, un doppio Lp dall’importanza
storica sia per il Kraut Rock che per la carriera del gruppo. In esso
è contenuto un gran numero di idee, si parte con la mini suite
“Soap Shop Rock” con violini gitani ed una piccola dose
di Hard Rock, dove le chitarre elettriche di John Weinzierl rapiscono
la nostra attenzione.
La musica degli Amon Duul II è pervasa di riferimenti etnici
e tribali, di ritualità pagane e oscure, è dolce e spirituale
in “She Came Through The Chimney”, la musicalità
è al centro del cosmo, fra suoni e rumori. Più duro
il suono di “Archangels Thunderbird” e la voce della brava
Renate Knaup interpreta al meglio lo spirito del sound Amon Duul.
Il primo Lp scorre via con fluidità, fra arpeggi di chitarre,
tamburelli e tanta improvvisazione, carta vincente dell’intero
genere. Proprio lei nel disco due ci accompagna per tutta la durata,
i brani si intitolano “Yeti”, “Yeti Talks To Yogi”
e “Sandoz In The Rain”. Ovviamente si viaggia con la mente,
poco c’è di razionale, a tratti si sfiora la cacofonia,
ma questo è lo spirito di questa musica che assieme a quella
di altri gruppi importanti come Can, Faust, Eloy, Popol Vuh, Nektar,
Klaus Schulze, Neu! e Kraftwerk (solo per fare qualche nome), ha saputo
scrivere un capitolo importante del Progressive Rock anni ’70,
tanto quasi come la Scuola Di Canterbury. I dischi di questo settetto
tedesco sono consigliati solamente agli “open mind”, tutti
gli altri alla lontana. MS
Altre recensioni: Almost
Alive... / Only Human / Vortex
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