Rock Impressions

Anarbor - Free Your Mind ANARBOR - Free Your Mind
Hopeless Music
Distribuzione italiana: si
Genere: Post Rock
Support: CD - 200
9

Gli Anarbor sono un gruppo di giovanissimi musicisti provenienti dall’Arizona che sono stati catapultati in vetta alle classifiche in pochissimo tempo, senza avere ancora dato alle stampe un vero album. La prima release è stata un Ep autoprodotto e scaricabile da Internet, poi è arrivato un secondo Ep “The Natural Way” di quattro brani nel 2008 per la Hopeless records, che si è piazzato al numero 6 di Billboard. All’inizio di questo 2009 ecco un disco più strutturato sempre per la Hopeless, che comprende sette canzoni, ma che dura solo ventidue minuti circa.

Il gruppo è molto agguerrito e trasmette nella sua musica tutta la carica vitale della forza giovanile, musica che è come una scarica ormonale, un pop rock molto legato all’EMO con grandi melodie e con un piglio garbatamente aggressivo, un mix molto contagioso che non fatico a vedere in cima alle classifiche, con l’ausilio di una buona promozione.

Non fraintendetemi, non giudico negativamente questo gruppo, anzi trovo che siano molto coinvolgenti e mi piace la loro musica piena di voglia di vivere, ma di certo le doti artistiche sono ancora tutte da dimostrare, anche se non è da tutti arrivare così presto in vetta alle classifiche, ma basta un ascolto frettoloso di brani come “Let the Games Begin” col suo riffing deciso e immediato e le melodie che piacciono da subito o la successiva “The Brightest Green” con i suoi ritmi quasi funky per capire che c’è dello spessore dietro questa musica “fast listen”, se poi le doti artistiche ci sono davvero ne parleremo in un prossimo futuro, per adesso godiamoci questa proposta fresca che privilegia il rock suonato a tanta musica di plastica che verrà presto dimenticata. Comunque uno degli episodi più coinvolgenti è “Where the Wild Things Are”, che ha delle linee melodiche vocali davvero micidiali.

Io mi auguro che questa band, come tante altre simili, siano capaci di riportare il baricentro degli interessi delle generazioni più giovani verso il rock, che ultimamente sono state anche troppo lontane, sarebbe ora di una rinascita commerciale del genere. GB

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