Quando si ha a che fare con dei miti viventi, personaggi verso i quali
si prova anche un certo affetto, è sempre difficile scrivere,
per il rispetto che questi musicisti meritano per tutto quello che
hanno fatto e per quello che ancora oggi rappresentano, ma ovviamente
bisogna spogliarsi delle proprie convinzioni e dei propri sentimenti
e affrontare il disco con la massima libertà possibile ed è
proprio quello che vorrei fare.
The Living Tree è l’inaspettato lavoro a due di questi
ex Yes, un disco atipico, un lavoro intimista dove i due non hanno
voluto coinvolgere altri musicisti, quindi troviamo solo pianoforte
e voce, con soluzioni ai limiti dell’ambient. Per certi versi
questo album mi ha ricordato quello fatto da Wetton e Downes dal nome
Icon, ci sono vari parallelismi, ma a differenza di Icon questo presenta
materiale nuovo, composto per l’occasione. Si parte con le melodie
sognanti di “Living Tree (part 1)”, melodie molto ispirate,
che ricordano il passato illustre dei due, ma che brillano comunque
di luce propria. “Morinig Star” è una piece più
ritmata e prog nel senso classico del termine, nonostante l’ambientazione
acustica e minimale, Anderson canta con consumata abilità e
Wakeman suona per il puro piacere di farlo, senza inseguire tecnicismi
o virtuosismi fini a se stessi. The Living Tree non è un disco
autocelebrativo e lo si capisce brano dopo brano, così la poetica
“House of Freedom” ci accompagna con leggerezza, ma anche
con decisione, belle melodie, che convincono. Torna il tema portante
del disco con la bucolica “Living Tree (part 2)”, ma molto
più interessante è la nervosa “Anyway and Always”,
dove i nostri osano un linguaggio meno poetico e più drammatico
e il risultato è molto buono. In “23/24/11” si
affrontano anche temi molto seri, come la guerra, con ancora buoni
risultati. Con questo misto di leggerezza e profondità il disco
scorre verso il finale senza riservare altre sorprese, ma confermandosi
fino alla fine.
Di sicuro questo è un titolo per collezionisti, per audiofili
e fan sfegatati, un disco che non verrà passato per radio e
che troverete recensito solo in riviste molto specializzate, nonostante
tutto questo è un bel disco, un po’ difficile in certi
momenti, ma comunque bello. GB
|