Esordio discografico per il Power trio del virtuoso chitarrista Alex
Stornello, presidente della scuola internazionale Modern Music Institute.
Una proposta musicale rivolta ai più esigenti ascoltatori di
Rock e a tutto quello che si aggira attorno al significato del termine
Prog, ossia innesto sonoro fra differenti generi musicali. Infatti
è la Fusion che in questo caso si mescola con il Jazz e dell’Heavy
Rock, per un risultato finale altamente coinvolgente. Assieme a Stornello
suonano Giorgio “JT” Terenziani al basso e Paolo Caridi
(Arthemis, Killing Touch e Michele Luppi Band) alla batteria, ma anche
special guest, Andrea Goldoni alle tastiere ed il cantante Gianbattista
Manenti.
“Power Fusion” (titolo azzeccatissimo) è suddiviso
in dieci tracce e si apre con “Angels & Demons”, quasi
sei minuti in cui il trio scannerizza il proprio DNA, mettendo in
luce la tecnica ed il gusto per la melodia. Alcuni potranno paragonare
questo modus operandi a quello dei Liquid Tension Experiment, in realtà
gli Angels And Demons danno meno risalto alle improbabili fughe strumentali
al limite del logorroico, concentrandosi più sulla melodia
, concedendosi solo di tanto in tanto una bella corsa sullo strumento.
Ovviamente la chitarra la fa da padrona, notevolmente anche nell’assolo
della successiva strumentale “When Money Talks Bullshit Walks”.
Sale in cattedra il basso di JT in “Traffic Jam”, il ritmo
aumenta e cambia nel corso dei quasi otto minuti, uno dei momenti
più interessanti dell’album. Cascate di note fuoriescono
dal pentagramma di Stornello.
Curiosamente si incontrano due brani che si ripetono in versioni differenti,
strumentale e vocale, questi sono “The Riddle” e “Clare
Is Gone”. La bella voce di Manenti è ottima interprete
anche a carattere emotivo oltre che fonetico. Hard Rock più
accessibile in “Clare Is Gone”, sicuramente piacerà
anche ai fans dell’AOR. Più sostenuta e variegata “The
Riddle” e qui il ruolo di Caridi è valorizzato, preciso
e tecnico dietro alle pelli. Quando invece ascoltate “The Clarinet’s
Pain” immaginate gli UZEB più Heavy. Con “No Blues”
si scopre il lato delicato del trio, pur non essendo una ballata nel
puro senso del termine.
Questo è “Power Fusion”, un esordio fresco ed accattivante,
uno stile che mette in luce anche la classe, quella di tre strumentisti
che conoscono approfonditamente la musica. MS
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