Con quindici anni di onorata carriera sulle spalle ecco tornare a
noi i brasiliani “dei del fuoco” Angra. Con la straordinaria
copertina disegnata dalle matite della portoghese Isabel De Amorim,
il gruppo capitanato da Kiko Loureiro continua a navigare mari Power
Metal. Questa volta il suono è più potente, con l’intento
di soddisfare le proprie esigenze sonore e quelle dei fans e a dimostrare
anche che il periodo André Matos (fondatore del gruppo nel
1992 uscito per fondare poi gli Shaaman) è un ricordo più
lontano.
Dopo ben centoventi date live per tutto il mondo, i nostri si fermano
un momento, ma solo per incidere questi dieci brani che, a differenza
del suo predecessore “Temple Of Shadows”, non vanno a
formare un concept. Questa volta i testi variano, ma in definitiva
vanno sempre a pescare nel calderone della mente umana, dove la psiche
a volte gioca brutti scherzi. La band dimostra di essere coesa più
che mai, l’affiatamento cresce e si sente, tanto da non far
sembrare nemmeno che il disco sia stato registrato in studi differenti.
Potenza trascritta in melodia in “The Corse Of Nature”,
anche se tutto ciò può sembrare all’apparenza
incongruente. La pulizia del suono esalta i brani, ma diamo a Cesare
quel che è di Cesare, i carioca sono in possesso oltre che
di grande tecnica individuale, anche di un elevato gusto per il songwriting.
Speed Metal per “The Voice Commanding You”, con sprazzi
Helloween, tanto quanto basta per farci muovere al ritmo di musica.
Geniale il coro a cappella verso il finale. Enfasi e pathos all’inizio
di “Ego Painted Grey”, canzone agrodolce dove l’interpretazione
di Edu Falaschi è sopra le righe. A tutta birra anche in “Salvation:
Suicide”, così in “Window To Nowhere” dove
le mani di Kiko e di Rafael Bittencourt parlano forte e chiaro. Si
resta colpiti dalle sonorità suadenti di “So Near So
Far”, mentre con “Passing By” ci addentriamo in
un turbinio di suoni ed emozioni per uno dei momenti più elevati
del disco. Gli Angra si induriscono, ma con eleganza, “Scream
Your Heart Out” è esempio di squadra. Chiude l’acustica
“Abandoned Fate” questo disco che non esito a definire
bello.
Cari metallari, ce ne fossero di “Aurora Consurgens”…..
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