Più volte la Exile On Mainstream ci ha presentato gruppi in
prima linea nella ricerca di nuove sonorità e di nuove forme
musicali e anche con questo debutto le cose, per fortuna, non sono
cambiate. I tedeschi The Antikaroshi sono una band di frontiera, il
loro post rock e post hardcore si protende verso il futuro proponendo
sonorità ipnotiche, acide, cariche di violenza e quindi tutt’altro
che rassicuranti, ma non è rumore, c’è dell’improvvisazione
jazz che si mescola al noise rock ed al punk, un mix ricco di riferimenti
colti, ma anche molto viscerale e diretto, in altre parole che spacca.
L’album è molto lungo, anche se è composto da
soli nove brani, ma ci sono così tante situazioni diverse che
sarebbe difficile condensarle tutte in questa breve recensione, ma
quello che mi preme di più non è di farvi una descrizione
minuziosa di ogni singolo brano, preferisco cercare di farvi cogliere
l’atmosfera di questo disco, le scelte artistiche di fondo.
Come abbiamo detto di base c’è la tradizione hardcore
punk, ma questo trio la farcisce con molte sonorità diverse,
c’è anche dell’elettronica e dei ritmi latin. I
suoni sono quasi sempre taglienti come rasoi, non sono mai metal,
ma la durezza la si può esprimere anche con sonorità
distanti, non è solo la distorsione a rendere “cattivo”
un sound. Il tutto suona molto moderno, la rabbia viene convogliata
in questo lavoro che la distilla solco dopo solco e lascia sorpresi
e a volte anche un po’ spaesati.
I The Antikaroshi sono una band decisamente interessante, non hanno
nessun appeal commerciale e fanno musica per il puro piacere di farla,
forse non troveranno molti proseliti, ma il loro lavoro merita tutta
la nostra attenzione. GB
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