Circa un paio di anni fa fui invitato ad una festa revival dedicata
al Flower Power tenuta al Club Il Giardino di Lugagnano di Sona (VR),
un gran bel posto ricco di buone vibrazioni e dove ho visto bellissimi
concerti. In quell’occasione si erano esibiti due gruppi, uno
dei quali, i The Turtle Blues, era capeggiato da una cantante scalmanata
che sul palco dimostrava una passionalità veramente coinvolgente.
Ovviamente era Arianna e quella fu stata la prima volta che la sentii
cantare e ne rimasi folgorato.
La Antinori, di origine romana, ma vicentina di adozione, ha già
una discreta carriera alle spalle, ma è doveroso sottolineare
la svolta del 2010, quando vince il concorso indetto dalla famiglia
dell’indimenticabile Janis Joplin per commemorare il trentennale
della scomparsa della grande singer. Questo importante riconoscimento
porta Arianna ad essere chiamata a collaborare niente meno che con
la riformata Big Brother and the Holding Company, che la vuole come
singer per il tour europeo dello stesso anno.
Per la realizzazione del presente cd Arianna è stata aiutata
principalmente da due polistrumentisti, Jean Charles Carbone (Abnegat
Records) e Marco Fasolo (Jennifer Gentle, Verdena), che hanno anche
composto quasi tutti i brani del disco, più altri ospiti come
il percussionista cubano Ernesttico.
Nel 2012 la nostra finalmente licenzia il suo primo album autoprodotto,
che andiamo a presentarvi. L’apertura è affidata all’effervescente
“I Give”, un bel ritmo pulsante è da tappeto, la
voce di Arianna è qualcosa che lascerà a bocca aperta
molti di voi, sembra di ascoltare un disco d’oltre oceano, con
importanti richiami rock blues. L’impianto di “Freedom”
è piuttosto originale, fra energico hard rock settantiano e
blues con una costruzione armonica ardita, un pezzo di gran classe
dove ovviamente Arianna spicca ancora per la sua grinta irresistibile.
“For My Friend” è una classica ballata dal sapore
hippie, molto evocativa. “You Know” ci riporta al rock
blues nella sua forma più pura, alcune soluzioni sono veramente
ricercate e sanno di cultura profonda, di chi questa musica prima
di tutto la conosce davvero bene, tanto da poter scrivere un pezzo
che non ha nulla da invidiare a produzioni più famose. “Our
Days” è puro blues, lento e sofferto, la voce di Arianna
sembra nata per fare questo, non riesco ad immaginare una voce diversa,
è semplicemente perfetta. “Gone” ha una bella musicalità,
una delle linee melodiche più solari del disco, solo avrei
cambiato alcuni suoni, in particolare della batteria, così
suona un tantino troppo jazzy e old fashioned, avrei preferito un
piglio più rock e moderno, con un rullante che spacca. Arianna
non ha resistito ad omaggiare Janis, ecco quindi la bellissima “Can’t
Be the Only One”, cover tutt’altro che scontata e anche
piuttosto difficile da interpretare, la Antinori ne esce davvero molto
bene. Ancora buone vibrazioni con la sinuosa “I See You”,
mentre “Shut Up” è un blues jazzato, costruito
su un giro alla “Hit the Road Jack”. Il viaggio si conclude
con la lenta e sofferta “The River’s End”, un commiato
triste per un disco pieno di energia, ma la tristezza passa subito,
basta far ripartire il disco. GB
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