Il chitarrista virtuoso Jeff Aug ha dato vita a questo nuovo progetto.
In precedenza si era fatto notare per la sua abilità con la
chitarra acustica, ma ha fatto parte anche di altri progetti. Oggi
ci propone questo power trio dove mixa diversi generi alla ricerca
di un prog metal post moderno e ricco di influenze. La matrice metal
è dominante, in diverse sue accezioni, le ritmiche sono complesse
e coinvolgenti, con abbondanti virtuosismi di chitarra. Il risultato
è ruvido ed enfatico, per certi versi pomposo, c’è
una forza espressiva quasi teatrale ed epica che tiene le fila del
tutto. Undici brani piuttosto vari, anche se c’è un comune
denominatore, la voglia di stupire l’ascoltatore.
Talvolta mi è sembrato anche troppo ruvido, ma in questo devo
dire che si distingue da molte produzioni dello stesso genere, molto
prog propone suoni mediamente morbidi, gli Ape Shifter invece no.
Come simboleggia il primate in copertina c’è un urlo
intrinseco contenuto nell’album, un grido che deflagra come
si inizia a scorrere i brani. Riff stoppati e ossessivi, con solos
che arrivano con prepotenza e diventano quasi liberatori, l’impatto
sull’ascoltatore è forte, quasi zeppeliniano se rapportato
ai tempi.
Davvero un disco fuori dal coro e per questo merita tutta la nostra
attenzione. GB
Altre recensioni: II
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