Chi
ancora fosse convinto che dal Sud America non possa arrivare niente
di meglio che Salsa, Bossa Nova, Samba e Merenghe deve convincersi
del contrario. La Musea puntualmente ci propone delle formazioni di
quell'area geografica mostrandoci una scena vivace e agguerrita, che
è pronta ad imporsi a livello internazionale con una serie
di lavori molto significativi.
Oggi tocca a questi quattro ragazzi brasiliani la gioia e l'onore
di vedere il proprio disco varcare i confini nazionali e raggiungere
le platee più distanti. Il prog vivace e festoso degli Apocalypse
è una gioia per l'ascoltatore, i generi musicali solari del
paese d'origine contagiano con il loro ottimismo il prog molto "tradizionale"
del gruppo. Le radici culturali affiorano nei dodici pezzi che compongono
questo album, portando una ventata di freschezza in un genere che
spesso fatica a rinnovarsi e a proporre nuove strade evolutive.
Il primo brano è "Refùgio" e mostra subito
una sezione ritmica molto dinamica e preparata, geometrie complesse
che introducono il corpo della canzone che richiama i grandi classici
fra i quali Yes e Genesis, ma che possiede già quelle caratteristiche
di cui abbiamo parlato prima, una solarità molto personale.
Ancora meglio la lunga "Cachoeira das Aguas Douradas" una
traccia molto completa che contiene tutti gli ingredienti per farne
un gran bel brano, dai complicati passaggi ritmici a momenti sinfonici
ed epici. La forza vitale esplode in "América do Sul",
una traccia maestosa dall'entusiasmo contagioso. Ancora più
sinfonica la strumentale "Toccata", con dei crescendo irresistibili.
Il canto dedicato alla terra natale si materializza in "Amazonia",
dove devozione e amore si fondono in un canto dal sapore bucolico
pastorale in innegabile efficacia. "Progjazz" serve per
dimostrare il gusto e la bravura dei nostri, ma è anche un
brano molto piacevole, grandioso il solo di tastiere. Molto epica
e sperimentale "Libertade", mentre "Lembranças
Eternas" è un brano più classico che parte lento
e atmosferico e poi cresce in energia e vigore. "III Milenio"
chiude egregiamente un disco molto riuscito.
Come bonus troviamo due tracce live che confermano la bravura dei
questi artisti. Un disco che merita di essere apprezzato. GB
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