John Bassett è un musicista polistrumentista brillante, leader
dei Kingbathmath coi quail ha realizzato degli album di prog molto
belli, lo scorso anno ha debuttato come solista con un album acustico
toccante e pochi mesi dopo ha dato vita a questo nuovo progetto strumentale
di prog metal a tinte forti. Ho voluto recuperare questo disco in
occasione dell’uscita del secondo album, perché mi spiaceva
di non averne ancora parlato.
Si parte con “Sun Exile”, il ritmo è incalzante,
sembra una macchina che corre verso un orizzonte cupo. Il senso drammatico
è forte, sottolineato da un chitarrismo nervoso e una ritmica
ossessiva. Gli amanti del prog partorito dai King Crimson e dai VDGG
hanno pane fresco per i loro denti, nessuna imitazione però,
si tratta piuttosto di una vicinanza di atmosfere e di vibrazioni
dark. Un inizio avvincente. Molto diversa “Your Best Line of
Defence is Obscurity”, solenne, cadenzata, sempre con un grande
senso drammatico, quasi una piece classica romantica, nel senso del
tormento interiore. “Traumascope” ha un titolo che non
fa stare tranquilli, ma non è così dark come potrebbe
sembrare. Piuttosto è molto prog, dominata da geometrie non
comuni, anche nelle parti più doom, buono il crescendo finale.
“Aftermath” è quasi pinkfloydiana, ma mi ricorda
molto anche i Goblin. Si discosta molto dai brani precedenti, gli
elementi metal hanno lasciato il posto ad un tappeto soft molto gotico.
Brano un po’ breve, che forse poteva essere sviluppato meglio
con un finale improvvisato e psichedelico. Con l’oscura “Everybody
Eating Everyone Else” si torna ad ambienti apocalittici e dannati,
dove il metal diventa metafora di un disagio a cui è difficile
dare risposta. “The Most Popular Form of Escape” è
più prog e meno metal, ma restiamo sempre in un contesto molto
ruvido. Molto bella la parte finale, con intrecci ritmico armonici
da brividi. Chiude “Roman Resolution”, un brano dall’incedere
stralunato, che solo dopo circa tre minuti inizia a prendere quota,
anche se poi riprende il tema iniziale, in un altalenante gioco di
rimandi e un finale complesso e disturbante.
Gli Arcade Messiah sono un concentrato di musica apocalittica, Bassett
dimostra una fervida creatività, anche se non è una
proposta proprio per tutti. Però credo che la tensione presente
nella sua arte sia un’ottima metafora del senso di precarietà
di questi anni turbolenti. GB
Altre recensioni: II
Sito Web
Sito Web
Bassett
Artisti correlati: Kingbathmath; John Bassett
|