Amalgama esplosiva quella degli Arcadia. Non a caso sul loro myspace
si legge abbiano tra le influenze principali gli Strapping Young Lad
di quel genio psicotico di Devin Townsend. Come il buon Townsend,
anche il combo nostrano prova a coniugare impeccabile esecuzione tecnica
a lucida ad intricata follia compositiva.
Solide e precise, le partiture del batterista Edoardo “Cacao”
Nicodemo sono l’ossatura sulla quale è costruito questo
lavoro a cavallo tra l’hardcore, il death metal ed il crossover.
E nei brani di “Cold Cold Bodies” si attinge a tutta la
gamma di band caposcuola dei generi succitati.
“She’s Got A Knife” oscilla tra la rabbia dei primi
Linea 77 (quelli di “Ketchup Suicide”) ed alcuni accenni
inflessioni alla Fred Dust del cantato. Di grande impatto anche le
successive “Kissing Cynaide” e “Coagulated Almost
Forgotten”, che partendo ancora da una base crossover, aprono
ad alcune partiture death metal di nuova generazione (Soilwork et
similia). Sembra d’aver inquadrato i paletti entro cui circoscrivere
la proposta musicale della band, ecco spuntano fuori i Meshuggah,
ad esempio nelle violentissime strofe della strepitosa “It Corrodes
The Stars” o ancora nel lungo pezzo di chiusura “Of Rust,
Needles A Taste Of Blood”.
Proprio questa attitudine a “citare” stili altrui senza
clonare in modo sterile, unita alla buona capacità tecnico
compositiva del quartetto, conferma la vena senz’altro ispirata
della band italiana, che della “follia” ed imprevedibilità
del buon Townsend ha fatto “genere proprio” o (meglio)
genere nuovo. Metallo d.o.c. FR
Intervista: 2008
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