Vengono dall’isola framcese di Oléron, sono un power
trio e sono al terzo Ep, ma si sa ancora molto poco di loro. Stanno
facendo molti concerti in giro per l’Europa e non sono facilmente
classificabili. Il presente disco è stato realizzato a Memphis
e i tre musicisti hanno cercato di fare le cose per bene affidandosi
a gente con un solido background.
Il primo elemento che li contraddistingue e che nel loro sound gli
Archi Deep mettono molti elementi, tanti che è difficile definirli
in un genere preciso e questo me li fa amare da subito. Troviamo chitarre
sature e ritmi incalzanti, tra stoner e desert blues, richiami beat
e post rock, indie e retro rock, in altre parole sono davvero originali.
Si parte con “Nowhere Man” e subito l’atmosfera
si fa torbida, un bel giro di chitarra molto sporco, con una ritmica
coinvolgente e una linea melodica accattivante, non poteva partire
meglio, pensate un po’ ai Black Keys. “I’m On the
Run” è molto diversa, inizialmente sembra quasi un ballata
notturna, ma poi entrano quattro colpi secchi di timpano e tutto diventa
rovente e cadenzato, la matrice blues è sempre forte, ma si
tratta di una rilettura molto moderna. Anche “High Minds”
parte in modo particolare, da brano dolce e introspettivo, si mette
poi a fare il verso a “Eleanor Rigby”, per poi prendere
una tangente indie rock molto personale, una rilettura davvero intelligente
di un classicone, con una evoluzione imprevedibile. “I Can See”
è un moderno rock ‘n’ roll, impossibile non farsi
coinvolgere, bello anche il crescendo. “Real” ondeggia
tra parti delicate e carezzevoli e travolgenti impennate di energia,
ci sanno fare davvero. Si chiude con “If Only It Was Sunny”,
di cui da poco è uscito il video, e ancora una volta il gruppo
ci sorprende per inventiva, riesce a mescolare le carte dando vita
ad un brano psichedelico di grande spessore.
Sono molte le cose che mi sono piaciute di questo disco e di questa
band, non ultima la scelta di limitarsi ad un Ep di soli sei brani.
Meglio pochi brani molto curati, piuttosto che un disco di ottanta
minuti di cui si salva poco, in questi anni di crisi è una
scelta coerente. Ma soprattutto i loro brani sono tanto geniali quanto
belli da ascoltare, non sono molti a saper unire la voglia di ricerca
ad uno stile piacevole. GB
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