Rock Impressions

Area - Arbeit Macht Frei AREA - Arbeit Macht Frei
Cramps
Distribuzione italiana: si
Genere: Jazz Prog Sperimentale
Support: Lp - 1973


E' il 1973, la Cramps, casa discografica di gruppi "scomodi" e di innovazione, pubblica il primo lp degli Area dal titolo " Arbeit Macht Frei". Sin dal retro copertina ci si rende conto che il prodotto è politicamente mirato: la "Kefiah" palestinese che circonda il volto del batterista Giulio Capiozzo, la falce ed il martello nel pavimento, la scritta "Arbeit Macht Frei" (il lavoro rende liberi) che capeggia sopra le porte dei campi di concentramento nazisti, lo sfondo bianco che stacca con i componenti del gruppo riversi nel pavimento con vestiti sdruciti e piedi sporchi. Ma la vera rivoluzione è quella stilistica e vocale. Forse molti rimarranno colpiti anche non positivamente dall'approccio fonetico di Stratos, mentre nelle classifiche primeggiano le voci melodiche dei vari Baglioni, Morandi e compagnia bella, gli Area si dissociano dai colleghi con questi impatti vocali "colti", figli di uno studio apposito. C'è da dire che oggi, dopo quasi 40 anni dal debutto discografico, l'importanza di questa voce viene a mancare in assoluto, dopo Demetrio quasi il vuoto (a parte De leo, Nichelodeon e Romina Daniele) e non lo dico per patetica nostalgia dei tempi che furono, ma proprio per una mera deficienza mai colmata. A tutt'oggi le parti vocali dei gruppi italiani sono carenti, il che è un gran peccato perché il tutto va a gravare anche su lavori di elevata fattura.

Il lato A si apre con la mitica "Luglio, Agosto, Settembre (Nero)", cavallo di battaglia di sempre. Rafia Rashed legge un pezzo in arabo alla fine del quale la voce di Stratos si introduce prepotentemente per lasciare spazio al ritmo trascinante della canzone. essa si articola mischiando suoni arabeggianti ad altri prettamente jazzistici. Questa verrà ripetutamente suonata in tutti i concerti. La sperimentazione si presenta in tutto il suo fenomeno nel misto di suoni del secondo brano "Arbeit Macht Frei". Jazz allo stato puro con fughe di Sax nell'evolversi dello stesso, per un insieme di forti emozioni, che da qui a venire saranno la bandiera degli Area. "Consapevolezza" con i suoi sei minuti cerca di fare aprire gli occhi all'ascoltatore e lo istiga a reagire contro il mondo che lo circonda. "Le Labbra Del Tempo" è figlia della precedente ed il concetto si rafforza con la stupenda ritmica del duo Capiozzo Djivas (in seguito PFM). Impossibile rimanere fermi all'ascolto di questa grandinata di suoni. E pensare che questo vinile è solo l'esordio di un gruppo italiano... Cinque minuti di Jazz con la strumentale "240 Chilometri Da Smirne" per giungere alla conclusiva "L'Abbattimento Dello Zeppelin", preludio di un futuro e radicale cambiamento stilistico che colpirà la band nel successivo “Caution Radiation Area”. La band ama infatti cambiare di album in album, a seconda del concetto da esprimere al momento. Per ascoltare gli Area più solari bisogna giungere al terzo lavoro “Crack!”, ma questa è un'altra storia. Il debutto non passa ovviamente inosservato, nasce un mito che ama provocare e coinvolgere il pubblico, sia che comperi il disco, sia che li segua in sede live. La contestazione politica qui è controcultura, la musica anche se acerba lascia intravedere un potenziale enorme e fuori dal comune stile italiano. MS

Articolo: Area, la storia di una band controcorrente




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