Rock Impressions

Areknames - In Case of Loss AREKNAMES - In Case of Loss
Black Widow Records
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Dark Prog
Support: CD - 2010


Fra le band più interessanti del panorama nazionale, emerse negli ultimi anni, ci sono sicuramente questi Areknames, vincitori col secondo album della prima edizione dei Prog Awards del 2006. La band è capitanata dal polistrumentista Michele Epifani, che si dimostra avere intuizioni geniali e riesce a creare orchestrazioni magiche, passando con disinvoltura dall’hammond al mellotron, alle chitarre acustiche ed elettriche, ai sintetizzatori.

L’avvio del cd è affidato alla suadente “Beached”, che nelle prime note è dominata da un giro Parsoniano, si sente subito lo spessore del gruppo che cita space rock, dark sound, prog e jazz in una formula assolutamente personale e densa, fra i riferimenti più riconoscibili possiamo citare i grandiosi Van Der Graaf Generator, ma anche la scena canterburiana per le parti jazzate, ma c’è anche tanta elettricità e tensione dark, che ci cala in una atmosfera assolutamente magica ed evocativa, molto teatrale. “Alone” è spettacolare, partendo da una base molto jazzata, snocciola una progressione spettacolarmente poetica. Molto ipnotica e densa di mistero è “Dateless Diary”, che si sviluppa poi in una bella melodia e conferma la buona personalità di questi artisti. Meno diretta è l’inizio di “Don’t Move”, ma poi parte un crescendo travolgente, a cui è impossibile essere indifferenti. “A New Song” parte dolce, carezzevole, quasi una ballad, ma verso metà il brano prende una brusca accelerata, con delle evoluzioni molto tenebrose, in perfetto stile epic dark prog, dominato da un grande assolo di hammond, da brividi. Molto poetica è “Where”, davvero un bel brano, ma il pezzo forte è la suite successiva di oltre venti minuti di puro godimento prog. In “The Very Last Number” c’è un po’ di tutto, è il brano più canterburiano del cd, la band si diverte a sperimentare e ricercare atmosfere che sembrano uscire da altri tempi e ci riesce in modo egregio. Difficile entrare nei particolari, ma penso di poter dire che ogni amante del prog settantiano saprà trovare più di un motivo per amare questa musica.

Artisti come questi non ne capitano molti e quando li incontri non puoi fare a meno di subirne il fascino. In questa musica sono condensati anni di prog, ma non è solo nostalgia, perché è musica viva e pulsante, che saprà emozionarvi. GB

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