C’è ancora qualcuno che segue l’Heavy Metal e che
non conosce l’Ucraino Vitalij Kuprij? Se c’è qualcuno
allora dico che Vitalij è uno dei talenti tastieristici più
importanti del genere, studia musica classica in Svizzera e con la
conoscenza di Roger Staffelbach (chitarrista di scuola Jazz) nel 1992/93
forma gli Artension.
Assieme al bassista Kevin Chown e al batterista Mike Terrana (gia
Malmsteen) compongono cinque album tutti di buona fattura. Questa
volta coadiuvato dal grande bassista Steve Di Giorgio riesce a fare
un disco dalla ritmica impressionante, ma che resta come i suoi predecessori
un lavoro limitato ai fans del genere.
Il Neoclassicismo è il sale di tutto “Future World”,
vedi soprattutto la conclusiva cover “Moonlight Sonata- 1st
Movement”. Vertiginose scale di chitarra si intersecano come
in un quadro paradossistico di Escher con le tastiere di Kuprij tanto
da non capire chi sale e chi scende. Al di sopra delle righe sono
“Dark Before The Dawn”, “Future World” e “Close
To The Sun”, per il resto tutto viaggia nella media del genere.
Secondo me c’è bisogno di dare una sterzata con nuove
idee, altrimenti si rischia il collasso compositivo, il pentolone
è ricolmo e la solita minestra bolle fuori dal coperchio. Attenzione,
con questo non voglio dire che “Future World” sia un disco
brutto, anzi, veramente c’è solo bisogno di aria nuova
e basta. Ma è tutto un periodo così, il Death, Il Black,
il Power, l’AOR, il Neoclassico sembrano mordersi la coda e
poi dicono del Progressive…Boh!
Rispetto le nefandezze che circolano oggi questo è un lavoro
più che sufficiente, dedicato ovviamente a chi vive di fughe
strumentali. Personalmente mi ha divertito e come dicevano a scuola:
“Il ragazzo si applica ma potrebbe dare di più”.
Le basi ci sono tutte, per non parlare poi di talenti sprecati, che
rabbia. MS
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