I
tedeschi Atargatis si sono formati nel ’97 e col presente hanno
prodotto tre album all’insegna di un gothic metal sinfonico,
debitore di gruppi come After Forever, Evanescence e Whithin Temptation,
ma senza aver mai raggiunto lo spessore di questi. La formazione comprende
un quartetto formato dalla singer Stephanie Luzie (condivisa coi Darkwell),
dal chitarrista Azmo, dal bassista Lord Lornhold e dal batterista
Shadrak, niente si dice di un eventuale tastierista, che deve esserci
perché si sente largamente nel cd, inoltre c’è
la violinista Tialupa che viene considerata come ospite, ma è
una presenza ormai costante. Il disco è prodotto da Seref Badir
che ha curato tutti i lavori della band, come ospiti inoltre troviamo
i cantanti Matthias Hechler (Crematory) e Thomas Helm (Noekk ed Empyrium).
Lasciando perdere l’intro epico in pieno stile colonna sonora,
si arriva alla dirompente “Ebon Queen”, alla After Forever
style. “Frozen Innocence Riven” è un brano piatto
e scontato, senza personalità, stesso discorso per la seguente
“Stars Are Falling” piena di luoghi comuni del genere.
La prima track che risveglia il mio interesse è “Crucified”,
per delle linee melodiche finalmente intriganti e non banali, anche
se è un po’ ruffiana, ma a questo punto non guasta. Con
il lento “Green Lakes Ground” vengono inseriti elementi
fra il folk e il medievale, in un contesto sognante e delicato. Anche
“Fever of Temptation” non brilla, unico interesse, la
presenza di Hechler. Simpatica la costruzione di “When The Icebreaks”,
che anche in questo caso piace più per la vena commerciale,
che per meriti reali. “The Marching of the Fey” è
un brano medievale in chiave metal, potrebbe essere uscito dal repertorio
più duro degli In Extremo, buono per chi non li conosce. “Firebird”
e “Deliverance” chiudono il cd in versione standard, senza
aggiungere molto e senza rialzare le sorti dell’album. La versione
digipack contiene due bonus, buona la prima “Comets” con
ancora Hechler e Helm a duettare con la nostra eroina su un brano
discretamente epico. Mentre “Watermight” conclude senza
infamia e senza lode.
In realtà Nova non è tutto da buttare, è vero
che non si ascolta niente di nuovo e che il genere scelto è
già super inflazionato di gruppi, ma almeno ci sono un paio
di brani che denotano un certo impegno compositivo, il resto resta
su una sufficienza risicata. Date a questo disco un buon ascolto prima
di impegnare i vostri soldi nell’acquisto. GB
Sito Web
Per un assaggio: http://www.myspace.com/atargatisgothicmetal |