Rock Impressions

Atomic Clocks - Magdan In Charleroi

ATOMIC CLOCKS - Magdan In Charleroi
Selfproduced
Distribuzione italiana: -
Genere: Jazz / Sperimentale
Support: CD - 2011


La Toscana è regione ricca d'arte e del buon mangiare e bere, insomma, in Toscana si vive la vita con cultura e gusto. Firenze è l'epicentro, città da vivere in tutte le sue sfaccettature. Proprio da qui provengono gli Atomik Clocks, quartetto di Jazz sperimentale nato nel 2006 da un progetto d'improvvisazione collettiva. Il gruppo cambia line up nel corso degli anni, ma in questo ultimo lavoro si propone con Francesco Li Puma (Basso e sax), Marco Ruggiero (batteria), Filippo Pratesi (sax alto) e Massimo Peroni. La musica proposta è dunque Jazz, ma non disdegna puntate verso il Funk, per un risultato finale che paradossalmente definirei anche Punk, non per la strumentazione ovviamente, ma per quell'approccio a tratti aggressivo verso lo strumento che contraddistingue il genere. Dopo una serie di demo, ep e live, scaricabili gratuitamente anche dal loro sito http://atomikclocks.bandcamp.com/ , è la volta del debutto ufficiale dal titolo "Magdan In Charleroi". Il progetto è suddiviso in dieci fragmenti sonori, tutti diretti verso una ricerca sonora a tratti destabilizzante, ma che in realtà segue un suo perchè. Infatti le ritmiche, pur essendo spesso spezzate e le fughe strumentali a volte dissonanti, si sposano alla perfezione con i momenti di melodia. Il tutto viene legato da buoni fraseggi melodici. La tecnica non è soffocante, ossia, si corre ma non si precipita, tutto accade ponderatamente e l'improvvisazione dimostra di essere supportata da una lunga intesa fra i componenti, sicuramente forgiata dal tempo e dai live.
Il sax in generale è lo strumento a cui si affidano le maggiori evoluzioni, mentre il basso e la batteria dialogano ritmiche a tratti minimali ma ben congeniate. A volte si sente il bisogno di partire velocemente, mentre in altri momenti c'è più stasi emotiva, ma nel complesso fuoriescono buone intuizioni. Lo strumento a fiato viene vissuto e vivisezionato in molte delle sue possibilità, in una sorta di schiaffo o bacio che può lasciare l'ascoltatore anche attonito o perlomeno incuriosito. Musica per la mente dunque, ma serve una preparazione d'ampio respiro, tuttavia il piede spesso e volentieri parte da solo e questo sta a significare già molte cose. Un lavoro godibile, ma che forse necessita anche di un riempimento sonoro alternativo in ambito strumentale, in quanto a lungo andare le soluzioni si potrebbero ripetere ciclicamente, a discapito delle buone idee. Comunque interessanti! MS


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