La Toscana è regione ricca d'arte e del buon mangiare e bere,
insomma, in Toscana si vive la vita con cultura e gusto. Firenze è
l'epicentro, città da vivere in tutte le sue sfaccettature.
Proprio da qui provengono gli Atomik Clocks, quartetto di Jazz sperimentale
nato nel 2006 da un progetto d'improvvisazione collettiva. Il gruppo
cambia line up nel corso degli anni, ma in questo ultimo lavoro si
propone con Francesco Li Puma (Basso e sax), Marco Ruggiero (batteria),
Filippo Pratesi (sax alto) e Massimo Peroni. La musica proposta è
dunque Jazz, ma non disdegna puntate verso il Funk, per un risultato
finale che paradossalmente definirei anche Punk, non per la strumentazione
ovviamente, ma per quell'approccio a tratti aggressivo verso lo strumento
che contraddistingue il genere. Dopo una serie di demo, ep e live,
scaricabili gratuitamente anche dal loro sito http://atomikclocks.bandcamp.com/
, è la volta del debutto ufficiale dal titolo "Magdan
In Charleroi". Il progetto è suddiviso in dieci fragmenti
sonori, tutti diretti verso una ricerca sonora a tratti destabilizzante,
ma che in realtà segue un suo perchè. Infatti le ritmiche,
pur essendo spesso spezzate e le fughe strumentali a volte dissonanti,
si sposano alla perfezione con i momenti di melodia. Il tutto viene
legato da buoni fraseggi melodici. La tecnica non è soffocante,
ossia, si corre ma non si precipita, tutto accade ponderatamente e
l'improvvisazione dimostra di essere supportata da una lunga intesa
fra i componenti, sicuramente forgiata dal tempo e dai live.
Il sax in generale è lo strumento a cui si affidano le maggiori
evoluzioni, mentre il basso e la batteria dialogano ritmiche a tratti
minimali ma ben congeniate. A volte si sente il bisogno di partire
velocemente, mentre in altri momenti c'è più stasi emotiva,
ma nel complesso fuoriescono buone intuizioni. Lo strumento a fiato
viene vissuto e vivisezionato in molte delle sue possibilità,
in una sorta di schiaffo o bacio che può lasciare l'ascoltatore
anche attonito o perlomeno incuriosito. Musica per la mente dunque,
ma serve una preparazione d'ampio respiro, tuttavia il piede spesso
e volentieri parte da solo e questo sta a significare già molte
cose. Un lavoro godibile, ma che forse necessita anche di un riempimento
sonoro alternativo in ambito strumentale, in quanto a lungo andare
le soluzioni si potrebbero ripetere ciclicamente, a discapito delle
buone idee. Comunque interessanti! MS
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