Sono sempre stato un rockettaro amante dei suoni “forti”,
ma nel tempo ho imparato ad amare anche la bellezza e il calore del
suono degli strumenti acustici e per me poter ascoltare una chitarra
acustica o classica suonata con maestria è sempre fonte di
grandi emozioni. Jeff Aug, che fa parte anche del duo prog Floating
Stone (che vi consiglio di ascoltare sul loro MySpace),
è un giovane chitarrista virtuoso del finger picking e ci ha
contattato con entusiasmo per proporci l’ascolto di questo suo
primo disco solista in uscita in marzo di quest’anno. Da notare
che il nostro attualmente è in tour per l’Europa (purtroppo
non in Italia) come supporter di Allan Holdsworth, uno dei chitarristi
più grandi in assoluto, un compito davvero impegnativo.
Il cd è interamente strumentale ed inizia subito, forse in
modo un po’ prevedibile, con un brano ad alto tasso di virtuosismo
e sono scintille, Aug possiede una tecnica davvero sorprendente, che
non sfigura se paragonata a mostri sacri come Tommy Emmanuel. Giustamente
col secondo brano “One Twenty” Jeff ci mostra tutta la
sua anima, un arpeggio tutto impostato sull’emozione e sul lato
romantico del nostro e anche in questo contesto Aug esce a testa alta.
I primi quattro brani sono tutti molto brevi, nessuno arriva ai due
minuti e servono a presentarci tutta la bravura di questo chitarrista.
“Lightness” è il primo episodio con una durata
superiore ai tre minuti, è un brano nervoso, articolato e,
come indica il titolo, oscuro. L’abilità di Jeff è
straordinaria, ma anche il suo gusto è fuori dal comune, come
anche la sua creatività, ogni brano che propone ha un carattere
decisamente diverso dagli altri. Ovviamente c’è anche
una grande pulizia esecutiva, cosa che forse ho dato un po’
per scontata, ma che scontata non è. La delicatezza di “Musicbox
Ballerina” ci regala ancora grandi emozioni, così come
la vitalità e l’allegria della georgica “Hoedown
on the Chichen Farm” ci mette il buon umore, in questo pezzo
compare anche la batteria, una country song piuttosto ironica e spiritosa
con tanto di versi di animali da cortile. Ma la serietà torna
subito con la calda “Lousiana Voodoo Boogie”, dove è
il blues a prendere sopravvento. La musicalità solare di “Passing
Time” mi ricorda molto gli intermezzi acustici dei Doobie Brothers.
Con questa alternanza il cd prosegue tenendo sempre vivo l’interesse
dell’ascoltatore con altri momenti di grande intensità
come l’intimista “Whenever it Comes” o l’energica
“Chemical Funk”. Alla fine del cd c’è anche
un brano nascosto che fa pensare molto ad un orologio. Il cd contiene
anche due traccie video di due brani, dove è possibile ammirare
le magie di Jeff.
Jeff Aug è un virtuoso puro, ma è anche un creativo,
due doti che non vanno sempre insieme. Bravi chitarristi ce ne sono
tanti è vero, ma ascoltare un disco come questo fa sempre bene
e sono convinto che Jeff possa regalare delle grandi emozioni anche
a voi così come le ha regalate a me. GB
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