JENNIFER
BATTEN + CATFISH - Live at Club il Giardino, Lugagnano di Sona (VR)
02/04/15 |
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Sono diversi anni che frequento il Club il Giardino di Lugagnano di Sona e mi piace sempre di più il clima di questo piccolo locale. Nonostante vi siano passati nomi importanti della musica nazionale e internazionale, è riuscito a mantenere un’aria intima e famigliare, da riunione di amici, che come varchi l’ingresso ti fa sentire subito bene a tuo agio. Ieri sera al Club faceva tappa il tour europeo di Jennifer Batten, la chitarrista newyorkese è diventata famosa per essere stata ingaggiata da Michael Jackson, in pratica era la sua chitarrista ufficiale, ma io la conoscevo per essere stata la prima guitar hero donna ad incidere un disco per fanatici della sei corde, era il 1992 e la scena dominata dalla scuderia di Mike Varney (Shrapnel Records) tutta al maschile, strano mondo quello degli axe hero, molto chiuso e molto “maschilista” se mi permettete, sfido chiunque a nominare un nome di donna tra i primi dieci chitarristi che vengono in mente, posso solo immaginare quanto sia stato difficile per Jennifer entrare in questo mondo e farsi rispettare. Ricordo anche una compilation molto bella dedicata ai virtuosi della sei corde, la Guitar Practicing Musicians (di cui poi ne sono usciti altri capitoli) dove la nostra era l’unica a rappresentare il gentil sesso. Ovviamente se dopo oltre trent’anni stiamo parlando di lei è perché la Batten è riuscita ad imporre la propria bravura e non è un caso se il cosiddetto re del pop l’ha voluta al suo fianco. Una delle cose belle di questo Club è che ha sempre dato spazio agli artisti locali, cosa non scontata e molto importante per far vivere una scena musicale. Ecco allora che il concerto è stato aperto dal chitarrista Francesco Zanella, la sua esibizione è stata molto breve, circa un quarto d’ora, quindi molto poco per formulare un giudizio, ma l’impressione è stata buona, tra arpeggi dal gusto neo classico e prog ha raccolto molti consensi fra i presenti e quindi l’impressione è stata positiva. |
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A seguire si sono esibiti i giovani Catfish Trio, una band locale dedita al rock blues, che ha alternato brani propri a cover da intenditori, con nomi classici, ma non scontati, mi è piaciuto molto il chitarrista e cantante Stefano Scalchi, che ha dimostrato di avere un ottimo tocco, nonostante la giovane età. Suonare blues non è facile, perché tecnica e velocità non sono importanti, quello che conta di più è ciò che comunichi e devo dire che quello che ho ascoltato mi ha dato delle buone vibrazioni, in particolare i brani propri, che dimostravano una buona personalità compositiva. Bravi anche basso e batteria, anche se per quanto riguarda la batteria avrei preferito dei suoni diversi, più secchi. |
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Il momento più atteso della serata è arrivato puntuale e sul palco è salita la formazione proposta dalla chitarrista americana. Con la Batten c’era il bassista Stuart Hamm, un gigante dello strumento, diventato celebre per essere stato molto spesso al fianco di Satriani, ha suonato anche con Steve Vai e Frank Gambale, ma il suo curriculum è molto lungo, ottimi i suoi dischi solisti. Alla batteria doveva esserci Chad Wakerman, che dallì’81 in poi è stato il batterista di Frank Zappa, purtroppo però è dovuto rientrare in America per gravi motivi familiari, al suo posto abbiamo potuto ammirare Craig Blundell, recentemente ingaggiato nientemeno che da sua maestà del prog Steven Wilson (curioso notare che anche Chad è entrato nella corte di Wilson), infine alla seconda chitarra solista, non senza sorpresa, un artista tutto italiano, Nazzareno Zacconi, di origine marchigiana, specializzato negli stili Fingerstyle e Fingerpicking, che sta accompagnando Jennifer in tutte le date europee. |
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Il concerto ha preso il via, quasi due ore ininterrotte di grandi virtuosismi e magie musicali, Jennifer è davvero molto brava, oltre alla tecnica e alla velocità, erano i suoi fraseggi ad incantare, le sue soluzioni armoniche, i passaggi arditi, che hanno incantato i presenti, per certi versi mi ha fatto venire in mente Alvin Lee, un mix di istinto selvaggio e bravura smisurata. Zacconi per buona parte del concerto ha fatto più da accompagnamento, ma quando si è esibito da solo con la chitarra acustica ha lasciato tutti a bocca aperta, anche qui mi viene un paragone con Andy McKee o Jon Gomm. Hamm ha suonato con consumata sensibilità, il suo stile di tapping sul basso e il suo slapping su più corde sono segno di una confidenza con lo strumento che trascende le umane possibilità. Craig alla batteria ha proposto degli ottimi passaggi e soprattutto piaceva l’intesa che instaurava con Hamm, spesso i due si parlavano e si scambiavano messaggi, ne uscivano sempre momenti notevoli. Ma è stato quando ha fatto l’assolo che ha mostrato tutto il suo talento, accelerazioni improvvise cambi di tempo, quartine sparate a velocità impressionanti e parti rallentate da brividi, compreso la rullata pressata con una sola mano. La scaletta è stata molto varia, con un brano dei Weather Report, diversi del repertorio solista di Hamm e molti altri, a sorpresa l’ultimo prima del bis è stato “Smells Like Teen Spirit” con la Batten che faceva le parti vocali con la chitarra, da brividi assoluti. Grandissima e sentita ovazione finale. GB http://www.jenniferbatten.com/ http://www.nazzarenozacconi.com/ http://www.stuarthamm.net/ http://www.craigblundell.net/ |
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