Beledo è uno di quegli artisti che la Moonjune tira fuori dal
cappello come un abile prestigiatore. Di origini uruguaiane, oggi
vive a New York ed è da poco entrato nel gruppo prog Circuline.
Polistrumentista, suona il piano, la chitarra, il violino, il basso
fretless e altro. La sua carriera è lunga e in patria è
molto amato, inoltre ha collaborato con tantissimi artisti, tra cui
anche il nostro Mauro Pagani.
A questo suo album solista hanno contribuito nomi di tutto rispetto,
come il batterista Gary Husband, il chitarrista Dewa Budjana e il
bassista Lincoln Goines. Il genere proposto spazia dal jazz al prog,
quindi c’è molta fusion, anche se il termine potrebbe
fuorviare, perché la struttura compositiva dei brani è
abbastanza personale e si discosta dalla fusion più classica.
L’impianto dei brani è solido, con ritmiche definite
e molto incalzanti, anche se decisamente jazzate. Husband è
una macchina da guerra e l’intesa col bassista è perfetta.
Sulla solidità della sezione ritmica vengono costruiti gli
assoli, che si lanciano in corse spericolate e al tempo stesso molto
fluide e godibili. Beledo è davvero pieno di talento, che suoni
con la chitarra, le tastiere o il violino, riesce sempre ad emozionare.
Basta ascoltare l’iniziale “Mechanism” per rendersi
conto di quanto ci sappia fare. Ma non voglio perdermi in un track
by track, ogni singola traccia di questo cd è come un pezzo
di puzzle che compone un quadro, che svela la propria bellezza ascolto
dopo ascolto.
Come sempre Moonjune vuol dire altissima qualità e anche questa
volta non resterete delusi. GB
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