Rock Impressions
 

Alberto Bia - Bible of the Devil

BIBLE OF THE DEVIL
The Essential Obscure Hard Rock Encyclopedia 1967 - 1980
di BIA ALBERTO
Selfproduced
2015
Distribuzione: Black Widow


Bible of the Devil, questo è il titolo che Alberto Bia ha scelto per il suo nuovo libro, sicuramente un titolo provocatorio, ma che mi ha fatto fare una riflessione per me inedita (nel senso che non l’ho mai sentita o letta prima). Il rock è sempre stato associato al diavolo, fin dai tempi di Elvis, quando gli integralisti religiosi bruciavano i suoi dischi, poi con l’avvento dell’Heavy Metal è stato anche peggio e satana è stato regolarmente associato al rock duro. Però in fondo è un controsenso. Biblicamente parlando il mondo è il regno del diavolo e questa sovranità si esercita col potere temporale (perché no, anche quello della Chiesa), quindi i “regni”, i governi, le istituzioni, le potenze di questo mondo rappresentano in un certo senso l’esercizio del potere diabolico, ripeto da un punto di vista biblico. Il rock invece è sempre stato il grido di protesta dei giovani contro questi poteri, uno dei pochi mezzi a loro disposizione per urlare il loro essere “contro” il sistema. È buffo quindi pensare che il rock sia definito satanico e demoniaco, quando in realtà simboleggia l’opposizione ai poteri temporali che sono, stando alla Bibbia, in mano al demonio. Non vi sembra una contraddizione?

Ma accantoniamo queste riflessioni, perché in realtà questo volume è un’enciclopedia dedicata ai gruppi Hard ed Heavy dagli albori fino agli anni ’80. Un’altra enciclopedia sull’Hard Rock e l’Heavy Metal? Si e ci voleva proprio! Perché non ha niente a che vedere con quanto pubblicato in precedenza, sia nel nostro paese che all’estero. È la prima volta che mi imbatto in un testo così dettagliato e attento ai gruppi minori. È da metà anni ottanta che colleziono dischi dell’epoca trattata in questo volume e sentivo molto la mancanza di un testo veramente competente come questo. Alberto si è dedicato alla stesura con sei anni di lavoro certosino e meticoloso, in collaborazione con case discografiche, alcuni artisti e molti forum, e ci ha consegnato un volume veramente ricco di perle, moltissime quelle rare. Ovviamente non mancano i gruppi storici, tuttavia accanto a loro ci sono praticamente tutti quei gruppi che hanno prodotto anche solo uno o due album, ma che hanno contribuito a definire un sound, un genere ed un epoca irripetibile. I gruppi trattati sono oltre 850, tutti con discografia e line up principale. Qualche mancanza? Per i più curiosi dirò che ho fatto veramente fatica a trovarne, però ad esempio non ho trovati citati gli Still Life, autori nel ’70 di un album splendido, pubblicato per la storica Vertigo. Certo nessuna enciclopedia può essere esaustiva al cento per cento e in fondo è anche bello poter avere la sensazione che c’è ancora qualcosa da scoprire, che la ricerca può andare avanti.

L’Hard Rock è un genere musicale nato nei primi anni sessanta e che da allora si è evoluto fino ai giorni nostri in migliaia di sotto generi, ancora vivo e vitale sembra ben lungi dall’essere archiviato. Oggi il termine Rock è usato soprattutto per definire la musica “dura”, mentre in origine era stato associato ad artisti come Bob Dylan, Springsteen e Neil Young, quando ancora usavano chitarre acustiche e ritmi morbidi. Poi negli anni sono state le chitarre sature, i suoni distorti e i ritmi incalzanti a diventare manifesto di una generazione. Oggi il rock ha qualche acciacco, tanti sono gli eroi che ci hanno lasciato, inoltre alcuni dei più giovani iniziano a considerarlo “roba da vecchi”, ma nonostante questo i gruppi storici fanno ancora concerti sold out, con un pubblico solo in parte nostalgico. Altri generi musicali come il Jazz, il Blues e il Folk sono stati in qualche modo relegati in piccoli contesti specialistici, diventando musica per cultori. Non il rock che è ancora grido di protesta, specchio critico di costumi e stili sociali poco coerenti con i valori cercati dai giovani.

Questa prima edizione autoprodotta è stata stampata in sole 222 copie numerate, ma verso la fine dell’anno in corso dovrebbe uscire una versione curata da una vera casa editrice, che però sarà priva di alcune immagini e delle interviste. Già, le interviste… sono otto e gli intervistati sono in ordine: Dave Brock (Hawkwind), Dick Wagner (Alice Cooper, Lou Reed, Ursa Major, Frost), Edi Hirt (Electric Funeral), Mick Box (Uriah Heep), Peter French (Leaf Hound), Twink (Pink Fairies), Vic Vergeat (Toad) e Walter Rossi. Tutti gli appassionati di Hard Rock hanno sentito almeno uno di questi nomi e ne conoscono il valore. Interessanti le loro considerazioni, permettono di approfondire bene alcuni argomenti. Per questo consiglio vivamente di cercare una copia della presente edizione, vuol dire portarsi a casa qualcosa di veramente prezioso. Credo di poter dire che il rock sarà ancora per molti anni il linguaggio delle nuove generazioni, quindi poterne riscoprire le origini è ancora molto affascinante e oggi grazie ad Alberto Bia è un po’ più facile. GB



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