Strana storia quella dei milanesi Boarders, il gruppo è nato
sulla scia del Thrash metal della Bay Area, ispirandosi ai vari Metallica,
Testament, Megadeath e compagnia. Poi come cover band dei Megadeath
hanno riscosso un certo successo di pubblico, ma di recente hanno
dato una sterzata tanto improvvisa quanto radicale alla loro carriera:
si sono convertiti al cristianesimo ed hanno cominciato a comporre
musica propria con testi in tema. Una curiosità legata al nome
del gruppo è che questo all’estero assume una connotazione
particolare, in quanto col termine “Boarders” vengono
identificati quelli che amano andare con i vari tipi di Board o tavola,
che sia skateboard, snowboard o surf, quindi niente di propriamente
metallico…
The World Hates Me pubblicato per la label transalpina Quam Libet
R. è il primo vero album della band, che in precedenza aveva
per lo più pubblicato delle covers, ed è una raccolta
di undici potenti canzoni nello stile con cui questi ragazzi sono
cresciuti, un heavy metal senza compromessi e senza cedimenti stilistici.
Tanto per intenderci non manca una cover dei famigerati Megadeath,
“In My Darkest Hour” eseguita con devozione. Ma l’interesse
principale ora è tutto per le composizioni proprie del gruppo.
La prima cosa che colpisce ascoltando questo album è l’ottimo
lavoro fatto dal gruppo in sede compositiva, una band italiana che
canta in un inglese efficace con dei testi che suonano bene, tanto
bene che non sembrano nemmeno composti da artisti italiani. Per il
resto dicevamo che lo stile è sempre legato al thrash metal,
quindi i nostri si candidano ad essere uno dei gruppi più duri
di metal cristiano italiano. Li abbiamo incontrati nelle edizioni
del Rock On The Rock del 2006 e del 2007 dove suonavano anche i siculi
Metatrone, altra band molto dura, anche se legata ad un sound epic
power più classico e solare.
I Boarders sono duri e cupi, forse l’aria di Milano ha avuto
la sua importanza sulla loro formazione, sta di fatto che il loro
metal è senza compromessi e colpisce con la sua asprezza. Comunque
l’album è bello e convincente, i suoni sono ben prodotti
e le canzoni funzionano alla grande. Resta da chiedersi se una musica
come l’heavy metal possa parlare di Dio? Ma la risposta è
nel titolo dell’album, che sono parole tratte dal Vangelo, e
cosa c’è di più duro dell’odio? Ma Dio ha
vinto l’odio con l’amore e alla fine questo è il
messaggio che vogliono lanciare i Boarders con la loro musica e basta
incontrarli per capire che ci credono davvero. Long live Christian
Heavy Metal! GB
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