Bowness con questo settimo album solista festeggia quarant’anni
di onorata carriera. Lo abbiamo visto al fianco di Steven Wilson coi
No Man, inoltre ha prestato il suo contributo a molti artisti, fra
cui anche la nostra Alice, Giancarlo Erra, Stefano Panunzi, Markus
Reuter e molti altri. Non sorprende quindi di trovare in questo album
i contributi di musicisti del calibro di Nick Beggs, Ian Anderson
e Peter Hammill, mentre Wilson si occupa di arrangiamenti e masterizzazione.
L’ambito è quello di un pop evoluto, con una buona propensione
per la sperimentazione di suoni elaborati e soluzioni raffinate. L’eleganza
si sposa con un linguaggio di facile presa, a dire il vero non ci
sono brani che si impongono, piuttosto tutto il disco fluttua in un
melange di elettronica di grande gusto e un rock morbido, quasi ambient.
Sicuramente un disco molto vicino al trip hop più fluido e
rassicurante, ma capace di un linguaggio comunque personale.
Nella versione in mio possesso è presente un secondo cd con
quattordici brani. Tre outtakes e le versioni remixate dei brani presenti
sull’album, qualche traccia risulta un po’ più
“rock”, ma in realtà non ho riscontrato una differenza
sostanziale col cd precedente.
Butterfly Mind è un disco per chi ama la ricercatezza applicata
al pop rock. GB
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