Sul
palco dello storico locale Corallo di Scandiano (RE), venerdi 10 novembre
’06 è salito il mitico Brian Auger, un nome che oggi
purtroppo conoscono quasi solo i cultori del rock settantiano. La
carriera di Auger inizia verso la metà degli anni ’60,
ma decolla quando si lega artisticamente alla cantante Julie Driscoll,
da allora le sue collaborazioni sono state innumerevoli ed è
considerato fra i più grandi hammondisti di sempre.
Gli Oblivion Express nascono nei primi anni settanta ed è il
progetto dove Brian ha speso più energie, ma della formazione
originale oggi rimane solo lui, al suo fianco oggi troviamo la figlia
Savannah al canto, il figlio Karma alla batteria e un bassista di
cui non ricordo il nome. Da un lato la cosa potrebbe far sorridere,
ma credo che debba essere una soddisfazione enorme per un genitore
poter condividere il palco e la propria passione con ben due figli,
come molti di voi sapranno sono davvero pochi i genitori che riescono
a coinvolgere così profondamente i prorpi figli, inoltre devo
dire che non si è trattato di paternalismo e nemmeno di favoritismi,
i figli di Auger hanno dimostrato sul palco che sono dei musicisti
preparati e professionalmente ineccepibili. Mi spiace invece non ricordare
il nome del bassista e di non essere riuscito a trovarlo nemmeno scandagliando
internet, perché è stato veramente bravo e vorrei saperne
di più sul suo conto, del resto Auger ha cambiato un sacco
di bassisti.
Il concerto è iniziato piuttosto tardi ed è stato deturpato
da alcuni problemi tecnici con un ampli, questi però hanno
dato l’opportunità a Brian, che parla un italiano abbastanza
fluente, di esibirsi in una serie di batture umoristiche in pieno
stile british, che me lo hanno reso ancora più simpatico, spassosa
la battuta autoironica sul disco di terracotta conferitogli sotto
l’impero romano. Risolti i problemi non ci sono state altre
interruzioni.
Il repertorio di Auger verte su un jazz rock molto settantiano ai
limiti del prog, per capirci pensate ad una versione più dura
di formazioni come i Weather Report o i Brand X, tenendo conto del
fatto che siamo di fronte ad un trio senza chitarra. Brian alle tastiere
è un vero portento e regala emozioni continue, la sua interpretazione
dello strumento è molto istintiva, viscerale, a tratti selvaggia,
la sua timbrica è forte e spesso fa pensare all’hard
rock, anche se ovviamente non c’è distorsione. Largo
spazio viene dato all’improvvisazione e spesso il concerto assume
i connotati di una lunga jam session. La figlia è veramente
brava, oltre ad essere anche molto carina il che non guasta, forse
un po’ statica e fredda sul palco, ma la sua voce è intensa
ed esprime una grande classe, sicuramente si dimostra un’ottima
discepola delle grandi interpreti del passato. Come già detto
il bassista si è prodotto in una esibizione straordinaria,
poi negli assoli ha dimostrato una notevole personalità, con
fraseggi piuttosto originali. Anche Karma alla batteria si è
dimostrato all’altezza del compito con un drumming preciso ed
efficace, anche nei passaggi più complessi.
Mi è venuta solo una riflessione negativa, troppo spesso assisto
a concerti di “vecchietti” che superano ai punti tanti
giovani, anzi ci sono molti musicisti cresciuti artisticamente negli
’70 che oggi suonano molto meglio di allora e danno vita a delle
performances formidabili.
Un grande concerto che sono stato veramente contento di aver visto.
Per chi fosse interessato è possibile acquistare dal sito di
Auger www.brianauger.com molti suoi cds, fra cui un doppio live del
2005 con una scaletta e una performance molto simili a quella proposta
in questa magica serata. GB
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