Raro caso di musicista che ha lasciato Londra e si è stabilito
per un certo tempo in Italia, a Genova. Cresciuto negli anni ’90,
si è alimentato soprattutto di prog classico (nella sua musica
trapela in particolare quello di Canterbury), ma ugualmente tutto
quello che girava nell’aria, anche di moderno, e pure questo
è presente nello stile visionario e vagamente psichedelico
di questo chitarrista e cantante.
I due dischi, usciti entrambi nel 2018, hanno sonorità molto
simili, possiamo trovare diversi elementi, ma per fare una sintesi
vi invito ad immaginare un mix di Beatles, Caravan e qualche tocco
di Pink Floyd. La carne al fuoco è molta e le semplificazioni
mal si adattano alla fantasia di Bunton, che mostra una scrittura
felice, anche se non ancora del tutto indipendente da certi richiami
del passato.
Sono convinto che ci sia del talento che sta per venir fuori e questi
dischi sono una buona base da cui partire. GB
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