Un po’ per formazione, un po’ per lavoro, ho poche occasioni
di ascoltare jazz e molto spesso è declinato col rock, o inserito
in un contesto rock, per cui si tratta spesso di contaminazioni. Mi
hanno mandato questo promozionale di questa formazione norvegese che
incontro per la prima volta ma che ha già realizzato una decina
di dischi, questo è l’undicesimo. Un trio dedito appunto
al jazz, magari non proprio “puro”, oggi è sempre
più difficile non essere “contaminati” ma è
anche giusto esserlo, è sempre dalle contaminazioni che sono
nate le cose migliori, in tutti gli ambiti.
Questo disco è strumentale ed è composto da sei brani,
quello che mi ha colpito, con una certa intensità, è
la bellezza delle melodie cesellate da questi musicisti. Melodie delicate,
morbide, che ti sfiorano i sensi e che fanno viaggiare con la mente.
Di tanto in tanto si lasciano prendere la mano e si lanciano in cavalcate
come in Hollowed Be Thy Fame, che propone un lungo crescendo con la
chitarra che graffia e la sezione ritmica che incalza. Strumentisti
molto dotati che riescono a catturare anche uno come me che mastica
poco il loro linguaggio.
I Bushman’s Revenge mi hanno veramente colpito, un disco che
vi consiglio vivamente di ascoltare. GB
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