I Caveau sono nati a Pesaro nel 2013 e alla fine dell’anno successivo
hanno dato alle stampe questo primo album. La band è formata
da Valentina Clizia alla voce, Tiziano Casabianca alla chitarra, Massimiliano
Cerri al basso e Nazzareno Ferri alla batteria. Nella bio non viene
detto nulla sul loro passato. Il genere proposto è un rock
a tinte scure cantato in italiano, i brani si alternano fra incursioni
nella dark wave, con un’attitudine alternative e richiami pop.
Apre “Anti-Gone”, l’influsso dark ottantiano appare
subito in evidenza, sottolineato dal ritmo tribale della batteria,
dal basso pulsante e da una chitarra acida e tagliente, il cantato
è leggermente ermetico e il significato del testo va intuito
tra versi non sempre leggibili, anche se nel complesso il tutto ha
un suo fascino. “Entra” ha un testo ancora più
onirico e stralunato, però la musica ha un forte spessore e
trascina all’ascolto attento. Particolare la struttura di “Bicchieri
Rotti”, con un’alternanza di parti più tranquille
e altre molto ruvide. Le canzoni si susseguono e se le parti musicali
mi coinvolgono sempre di più, faccio invece fatica a lasciarmi
coinvolgere dai testi, anche se il cantato di Valentina mi piace,
però se si ascolta il tutto senza pesare troppo le parole,
allora inizia a scorrere con più fluidità.
Trattandosi di un primo album è doveroso concentrarsi sulle
potenzialità, più che sul risultato, e se è vero
che alcune cose a mio parere andrebbero aggiustate, è anche
vero che musicalmente l’impressione è di una band con
tante cose da dire. GB
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