Rock Impressions

COLOSSEUM - live in Chiari (BS) 14/04/07
di Giancarlo Bolther

Chiari è un paese radicato nel cuore della Franciacorta, una zona molto operosa della provincia bresciana, famosa per la sua prestigiosa produzione vinicola. Da alcuni anni a Chiari “passa la storia del Rock!”. Questa sembra una frase ad effetto o la sparata di un mitomane, invece è proprio quello che sta accadendo. Grazie all’ADMR (Amici Diffusione Musica Rock, sito internet), una volonterosa associazione di amici, stanno facendo tappa sui palchi di Chiari alcuni artisti che hanno veramente fatto la storia di questa musica. Tra gli ultimi mi piace ricordare i Procol Harum, Willy De Ville, gli Hot Tuna e i Colosseum (il prossimo nome annunciato è quello del leggendario John Mayall per il 15/07). A questo piccolo miracolo se ne aggiunge un altro, se si tiene conto della situazione concerti nel nostro paese, la platea di Chiari è sempre ricca di pubblico. Ci sarebbero molte considerazioni da fare, ma ne voglio proporre solo una: quando si trovano delle persone che credono in quello che fanno, al di la della convenienza economica (parlo ovviamente dell’ADMR), questi miracoli sono possibili, ma questo pone una lunga serie di intrerrogativi, primo fra tutti: perché allora in Italia, a parte i cosiddetti “grandi eventi” (che poi altro non sono che malcelate operazioni commerciali) è così difficile vedere tanta gente che si muove per un concerto di valore? Lasciamo ad altri il compito di rispondere a questo spinoso interrogativo e torniamo allo show dei Colosseum.

Come saprete il gruppo è nato nella seconda metà degli anni sessanta e da allora ha proposto una originalissima forma di rock progressivo, ma a dire il vero la musica dei Colosseum non era solo prog, perché hanno abbracciato un po’ tutti i generi musicali, hard, blues, jazz, pop, senza mai ripetersi o ripetere formule altrui. La formazione presente a Chiari comprendeva Chris Farlowe alla voce, Dave Greenslade alle tastiere, il veterano Jon Hiseman alla batteria, Dave Clempson alla chitarra, Mark Clarke al basso e Barbara Thompson al sax. Il primo brano è stato preso dal repertorio più jazz/fusion del gruppo, un brano strumentale molto tirato dall’alto tasso tecnico, ma poi è entrato Farlowe con la sua voce calda e potente e il repertorio si è spinto verso il blues, bella in particolare “Tomorrow Blues”. Chris, nonostante gli anni lo abbiano segnato nel fisico in modo visibile, ha ancora una grande voce e sul palco è uno spettacolo, un vero personaggio, davvero lodevole la sua prestazione. Poi quando il gruppo ha proposto “Theme For an Imaginary Western” (scritta da Jack Bruce e Pete Brown, immortale la versione dei Mountain) io ero al settimo cielo dalla gioia, perché è uno dei miei brani preferiti degli anni settanta. Il bassista Clarke non ha fatto rimpiangere Bruce e ha una voce bellissima, in un certo senso mi è piaciuto molto più di un altro veterano più famoso ma meno in forma, un tale Wetton… Ovviamente non poteva mancare la mitica “Valentine Suite” riproposta per intero, oltre venti minuti di puro godimento sonoro, una delle suite più belle di tutto il prog di sempre. I bis partono con un assolo spettacolare di batteria di oltre dieci minuti seguito da un ultimo brano. Bravi tutti, anche se Greenslade sembrava inamidato e impassibile, freddo come solo gli inglesi sanno essere, mentre la Thompson saltellava in modo isterico anche nei passaggi più lenti ed atmosferici, ma la musica va sentita prima col cuore e poi con tutto il resto, per questo dico che è stato un concerto fantastico. GB


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