Questo è un vecchio lavoro del 1994 che l’attenta Cyclops
(casa discografica di gruppi Progressive più o meno famosi
come Mostly Autumn, PO90D e Lands End solo per fare tre nomi) non
si è lasciata sfuggire e a ragione. Questo gruppo londinese
racchiude in “Field Of Vision” l’operato di anni
di fatiche che si barcamenano fra British Prog, Pop, un vago riferimento
ai Twelfth Night ed uno grande ai Marillion era Fish.
Si comincia con “Rules Of Engagement” e subito comprendiamo
dove si vuol andare a parare. Il brano è molto Rock ma si sente
che è stato inciso undici anni fa, qualche piccola pecca sui
livelli degli strumenti è tangibile. Con “Goodboy”
l’influenza Marillion sale, si arriva quasi al plagio ma si
lascia perdonare a causa dell’orecchiabilità dell’insieme.
Cosa dire poi della chitarra elettrica nel tratto finale? Le atmosfere
create da arpeggi, le tastiere in sottofondo e la voce interpretativa
a fare da legante sono per il sottoscritto un motivo per stare in
pace con il mondo, “Don’t Look Back” fa dunque proprio
al caso mio. Niente di eccezionale, ma a volte basta proprio poco
per fare tanto. “Alice” è dolce-amara, nel complesso
molto tradizionale, senza sorprese stilistiche, ma anche in questo
caso con un buon lavoro di chitarra. “Power To The Nth Degree”
vuole essere più articolata, forse uno dei momenti dove la
personalità dei Credo esce maggiormente allo scoperto. A differenza
dei vecchi gruppi New Prog in questo caso le tastiere sono solo d’accompagnamento
e non atte a fughe o assolo, è sempre la chitarra a rilasciare
di tanto in tanto emozioni su testi a volte troppo logorroici. In
“Phantom” c’è molta recitazione e poca musica,
composta da un giro di poche note ma efficaci, soprattutto quando
si aprono alla fuga strumentale finale in un crescendo emotivo notevole.
“Sweet Scarlet Wisper” è ancora una traccia che
fa gioco sulla nostra sensibilità, un classico del New Prog
anni ’80. Il ritmo aumenta con “Party” e gli Inglesi
non nascondono le loro doti tecniche, peccato per la produzione (volutamente?)
attempata. I sette minuti di “A Kindness?” chiudono il
disco meravigliosamente, il pezzo sembra “Forgotten Song”
(Marillion) con un finale alla Pendragon con annesso assolo di chitarra
interminabile stile Barrett.
Se “Field Of Vision” fosse uscito agli inizi degli anni
’80 sarebbe certamente diventato un classico, ma nel 1994 (come
dice qualcuno) cosa ci azzecca? In qualunque caso è un buon
disco, oramai chi vuole aver capito… MS
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