| The CRIMSON
PROJEKCT - Live in Bologna, 30/03/14 di Giancarlo Bolther |
Siamo nell’era delle cover e tribute band, un segno che si presta a tante chiavi di lettura, una su tutte è che anche il rock sta diventando come la classica o il jazz, per cui si preferisce ascoltare i grandi classici piuttosto che accettare la sfida di rivolgersi ai contemporanei che fanno musica nuova, tanto è vero che una tribute band non fatica a trovare date per esibirsi, mentre per tutti gli altri è sempre più dura, inoltre oggi un buon disco rischia di perdersi in un mare magno di uscite, con sempre maggiori difficoltà di poter emergere dalla massa. |
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A parte queste considerazioni, il 30 marzo 2014 sono saliti sul palco del teatro Manzoni di Bologna i The Crimson ProjeKCt, la tribute band ufficiale dei King Crimson. Lo storico leader Robert Fripp pare non si senta più di sostenere le fatiche di un tour, così ha dato il suo consenso perché questo progetto, capitanato da Adrian Belew e Toni Levin, si prendesse l’ónere e l’onore di portare in giro per il mondo la grande musica generata dalla creatura di Fripp. Come vi abbiamo già raccontato nella recensione del loro ultimo live album, la band è il frutto della fusione di due progetti separati, gli Stick Men di Levin, Pat Mastellotto e Mark Reuter con i The Adrian Belew Power Trio con Belew, Julie Slick e Tobias Ralph. Queste due formazioni congiunte hanno dato vita ad un Double Trio, un tipo di formazione già sperimentato dai King Crimson stessi, il risultato è un muro del suono potentissimo e, se mi permettete il termine, devastante. |
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Il primo a salire sul palco ieri sera è stato il chitarrista Mark Reuter, con la sua Touch Guitar e ha dato l’avvio ad una specie di intro dal sapore ambient. Dopo poco è stato raggiunto dai due batteristi Mastellotto e Ralph, che sono partiti insieme con un assolo a due molto energico che ha lanciato la potente “B’Boom”. A seguire sono saliti sul palco anche i tre componenti restanti ed è stato tutto un susseguirsi di virtuosismi ed emozioni, i brani dei King Crimson sanno toccare corde molto profonde ed è sempre stato un connubio di ritmiche vertiginose e partiture toccanti, eccoci allora ad ammirare “Thrak”, “Dinosaur” e tante altre. Ma il repertorio non ha riguardato solo quanto proposto dal genio di Fripp, ad un certo punto il gruppo si è diviso e prima gli Stick Men, poi gli Adrian Belew Power Trio hanno proposto alcuni brani propri, comunque di chiara ispirazione Crimsoniana. Toni conosce un po’ di italiano e ogni tanto introduceva i brani, ma la vera sorpresa è quando ha cantato “Crack in the Sky” per buona parte in italiano, mi è piaciuto davvero tanto questo momento, un’attenzione non facile da trovare. |
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Belew sembrava un po’ una voce fuori dal coro, tutti erano molto seriosi, Reuter poi sembrava quasi di ghiaccio, Adrian invece sciorinava sorrisi beati, carichi di simpatia, mentre tutti davano il massimo per far sembrare semplici delle geometrie veramente ardite. Anche Mastellotto ha dato il suo contributo in simpatia, col suo viso da zio buono, regalava magie ad ogni brano. Il gruppo ha sempre mantenuto forte il senso dello spettacolo e nonostante il repertorio non fosse composto da musica “facile”, il concerto è filato liscio per ben oltre due ore. Ore dense di musica grandiosa e di partecipazione del pubblico. L’atmosfera era così magica che alla fine la band ha deciso di aggiungere un terzo bis, così dopo la mitica “In the Court of the Crimson King” e la possente “Elephant Talk”, abbiamo potuto gustare “Thela Hun Ginjeet” e le luci sono calate nella soddisfazione generale dei presenti. Non saranno stati i King Crimson originali, ma è stato un concerto davvero grandioso. GB Recensioni: Live in Tokyo |
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