Rock Impressions
 

INTERVISTA DELIRIUM risponde alle domande Ettore Vigo
Di Massimo Salari

La vostra musica sembra non avere tempo, "Il Nome Del Vento" è un disco Prog-DOC. E' vero che questo nuovo lavoro riprende un discorso iniziato nel 1975?
Si potrebbe dire così, il disco è stato realizzato dagli stessi elementi che dal 72 al 75 realizzarono lo scemo e il villaggio e Delirium III (viaggio negli arc..)di conseguenza la convergenza di idee che esisteva in quegli anni, si è arricchita di varie esperienze personali. Abbiamo volutamente iniziato il "discorso" partendo dal brano finale di Viaggio negli arc.. (Dio del silenzio) per dire, riprendiamo da dove abbiamo lasciato.

Bello lo spunto sax e tastiere in "Verso il Naufragio", per non parlare del ritornello sonoro, davvero un tuffo negli anni '70, ma con una consapevolezza differente dei mezzi. Cosa vi ha maturato di più nel tempo, i risultati positivi o gli errori? Se potete, fateci un esempio di entrambi.
La rivisitazione di Theme One (verso il naufragio) dei VDGG è un omaggio che abbiamo voluto fare a questo gruppo,che, per una certa similitudine di sonorità e di formazione (senza peccare di presunzione) si avvicina al nostro.
Dalle varie esperienze personali,dopo lo scioglimento del gruppo (1975), direi che ci ha maturati di più la consapevolezza dei nostri "limiti",quindi creare ed agire in quei limiti, senza debordare, gli errori non ci piacciono ma è importante rendersi conto di averli commessi,solo così impariamo da una esperienza negativa.

Come ospite nel disco troviamo anche Sophya Baccini, anche lei in uscita con il nuovo "Aradia". Come vi siete incontrati artisticamente?
Sophya è una stupenda ragazza e bravissima cantante, sprizza entusiasmo da tutti i pori e ha una sensibilità indiscutibile, ne è l'esempio "Aradia". Il merito di questa proposta di collaborazione è dei "ragazzi"della Black Widow, purtroppo i tempi e la distanza, ci ha costretti a limitare i suoi interventi, la speranza nostra è di poter collaborare ancora.. con calma.chissà…

Non riesco a trovare un brano che prediligo in "Il Nome Del Vento", perché tutto scorre in maniera fluida, senza momenti di stanca, privo di inutili fardelli di tecnicismo, che a volte nel genere asfissiano l'ascolto. Qual è il vostro "segreto" per fare un buon album?
Questo è un bel complimento.grazie, non esiste un segreto (consapevole), la elaborazione di qualche idea chiusa nel cassetto da tempo (es. la parte cantata del brano Dopo il Vento è un provino registrato sul mio Akai nel 1973) e molte idee create al momento, ci ha portati a questo risultato. I virtuosismi inutili non ci piacciono, quei pochi che ci sono si possono definire "divertimenti".

Già guardando la copertina ho avuto la sensazione di quello che avrei poi ascoltato, una perfetta fotografia del suono. Come è nata l'idea sottostante e perché, secondo voi, nel Progressive Rock è sempre stato molto importante il legame fra suono e immagine?
Forse dirò una banalità ma, un Concept Album ha una sua storia da raccontare, di conseguenza la copertina deve essere come quella di un libro o il poster di un film, guardi la copertina, leggi i testi e ascolti la colonna sonora... parole grosse?.... no, questo era ed è il significato della musica Pop Rock, Pop Jazz, Pop Classik.. oggi Progressiva.

Qual è il pezzo che rappresenta meglio tutto il disco, diciamo quello in cui credete di più e perché?
Non c'è un pezzo specifico che rappresenta il disco, forse Il nome del vento,solo perché da il titolo all'album, ognuno di noi ha un pezzo in cui crede di più, io personalmente Luci Lontane, mi emoziona ogni volta che lo ascolto.

Troviamo anche "Theme One" dei Van Der Graaf Generator, voi non disdegnate di tanto in tanto puntatine nel Dark. Chi è l'anima "nera" del gruppo?
Direi che le anime Dark sono due, Martin perché è inglese e Roberto Solinas perché è sardo... scherzi a parte sono i due più sensibili a questo termine.

"Luci Lontane" è un brano più vicino al pubblico, diciamo più cantautoriale . Come vedete oggi l'ascoltatore medio italiano, più vicino a "Luci Lontane" o a "Note Di Tempesta", dove la musica si esprime in tutta la sua sfarzosità?
L'ascoltatore medio è certamente più vicino a Luci Lontane e a L'acquario delle Stelle per un semplice fatto di orecchiabilità, sono convinto anche che se l'ascoltatore medio avesse la possibilità di ascoltare in radio brani più "ostici"potrebbe anche apprezzarli..... utopia?

A mio parere il vostro stile è incastonato fra i New Trolls e gli Arti & Mestieri, ma sono centinaia le band che hanno trascinato il genere. Voi vi sentite più vicini a qualcuno in particolare e se si perché?
Mi piace il tuo paragone, in ogni caso, in quegli anni sentivamo molta musica proveniente da oltremanica ed è stato inevitabile, come per altri, subirne l’influenza: il movimento “progressivo” italiano di quegli anni però ha poi saputo ritagliarsi un genere comunque molto personale e dal marchio di fabbrica inconfondibile. Noi sentivamo Colosseum, Jethro Tull, Vanilla Fudge, King Crimson, Deep Purple, Gentle Giant, Emerson Lake and Palmer… come potevi non essere influenzato da ciò che ascoltavi?

Questa domanda è inevitabile, perché i nostri giovani lettori magari non conoscono la leggenda dei Delirium. Nel 1972 siete andati a San Remo assieme al vostro primo e fortunato cantante Ivano Fossati e avete cantato la mitica "Jesahel", inno per una generazione intera. Cosa è rimasto in voi di questo brano, è stato più un aiuto nella vostra carriera oppure vi ha ostacolato in quanto vetta sempre da raggiungere?
Vetta quasi irraggiungibile, sono rari i casi in cui dopo un simile successo di massa, si sia ripetuto, Jesahel, comunque, per fortuna o purtroppo, resterà il nostro biglietto da visita,un marchio a fuoco che ci porteremo dietro per sempre… per fortuna perché può aprirci ancora qualche porticina come una parola chiave, purtroppo perché si resta legati ad un passato che vorremmo lasciare nella storia e, spesso, staccarlo di dosso come un cewing gum che fastidiosamente è rimasto attaccato alle suole delle tue scarpe… Non è facile!!

Con Ivano siete ancora in rapporto, ha ascoltato il nuovo disco? Si è mai parlato di una (anche breve) reunion?
Sono andato ad un concerto di Ivano a Milano, si è parlato di un futuro incontro e gli ho consegnato il CD, per ora nessun commento.. e ho qualche dubbio anche per il futuro, il motivo? Io lo so, ma per correttezza non posso raccontarlo.

Orme, PFM, Banco, Osanna e moltissimi altri, a partire da metà anni '90 c'è un massiccio ritorno dei colossi del Prog italiano. Cosa lo ha reso possibile e soprattutto perché il Progressive Rock vive di ondate, pur restando sempre in sordina?
Il ritorno del Prog credo sia dovuto alla curiosità e alla necessità di capire delle nuove generazioni (musicisti e non), l'evoluzione rivoluzione della musica Rock negli anni 60- 70.
Purtroppo credo che continuerà a restare di "nicchia"nonostante gli sforzi di etichette come la Black Widow e molte radio private come Le 107 Radio del Gancio, la nostra musica non arriverà mai al grande pubblico, ci è stato detto chiaro che la programmazione Rai è "vincolata" alle grandi Major, ci è stato detto anche che: il disco è piaciuto, ma essendo un disco Prog non è radiofonico... mahhh.... eppure siamo editi RAI Trade. Non è mia intenzione fare polemica, sono soltanto dispiaciuto che tanta buona musica (vedi Aradia ) non abbia o abbia poca "udibilità".

A tutt'oggi, come vanno le vendite di "Dolce Acqua" , c'è una richiesta da parte del pubblico di vecchi capolavori ?
Le vendite continuano, anche se limitate, ci sono state varie ristampe anche in vinile,non solo di Dolce Acqua ma anche Lo Scemo e il Villaggio e Delirium III V.N.A.D-T.

Esuliamo un attimo da quello che è la vostra musica e parliamo dei famosi anni '70 e dei famigerati concerti di "protesta". C'erano le invasioni di palco per non voler pagare la musica, ridicole richieste e quant'altro. Cosa avete voi da raccontare al riguardo? Ci sono episodi che vi hanno segnato e che ricordate vivamente?
Ricordo bene quei concerti, fortunatamente invasioni di palco non ne abbiamo vissute personalmente, soltanto al festival Pop di Palermo (1971) c'è stato un momento di tensione, grazie a noi che cantammo Canto Di Osanna i 45000 si calmarono.... così scrissero i giornali.

Che rapporto avete avuto con i media, avete qualche aneddoto da raccontarci?
I rapporti con i media sono sempre stati ottimi, non abbiamo avuto mai stroncature, soltanto qualche critica per aver abbandonato la strada commerciale,ma niente di più e anche in questi anni della nostra reunion, le critiche sono state buone,tanto per i concerti quanto per la discografia.

Personalmente ho apprezzato molto dalla vostra discografia "Lo Scemo E Il Villaggio", un disco che secondo me non ha avuto il giusto successo che meritava, tanto più fatto nello stesso anno della dipartita di Fossati. La colpa di chi è stata, di un genere (il Prog Jazz) di non facile assimilazione, oppure il grande pubblico si aspettava un altro "Dolce Acqua"?
Molto probabilmente il nostro pubblico si aspettava un’evoluzione di Dolce Acqua,ma con l’ingresso di Martin c’è stata una logica contaminazione e di conseguenza un cambio di direzione condiviso da tutti noi

Probabilmente il lavoro che più vi ha impegnato è stato invece quello del 1974 "Delirium III Viaggio Negli Arcipelaghi Del Tempo", visto l'utilizzo anche di una sezione di archi. Cosa ci potete dire di questo album che ha concluso la prima parte della vostra carriera?
Delirium 3 Viaggio negli arcipelaghi del tempo: album creato con tanto amore e dedizione, la Fonit ci mise a disposizione un'orchestra di archi diretta dal maestro Farinatti che scrisse anche le partiture.
Nonostante l'album piacesse, alla Fonit l'atmosfera era tesa, convinti di trovare altre etichette interessate a noi, chiedemmo la liberatoria, errore madornale, come liberatoria si tennero il disco in magazzino e non lo fecero uscire, devo ancora capire ora perché.
Questo è uno degli errori che abbiamo commesso per il quale abbamo pagato un caro prezzo, troppo sicuri di noi stessi, troppo presuntuosi?… forse si.

Qual è stato il motivo che vi ha spinto quella volta a sciogliere la band?
L'unica etichetta disponibile in quel momento era l'Aguamanda di Augusto Martelli, firmammo il contratto per un anno senza pensarci su per la paura di restare a piedi, con tanta buona volontà realizzammo due 45 giri, abbastanza dignitosi ma a quel punto scoprimmo che Martelli per qualche motivo era stato escluso dalla Rai,quindi voleva dire promozione zero. Lo sconforto portò al distacco di Mimmo Di Martino e Martin. Rimasti in tre decidemmo di inserire un nuovo elemento, entrò a far parte del gruppo Rino Dimopoli, riuscimmo a tornare in Fonit ma l'entusiasmo era svanito, collaborammo a due nuovi 45 giri, ma non riuscivamo ad imporre le nostre idee, un po' perché ci mancava il "braccio destro” cioè Martin.Dopo un anno circa il gruppo si sciolse.

Nel 1996 vi siete riuniti, era il momento giusto per rientrare per i motivi che dicevamo prima?
Nel 1996 ci fu un tentativo senza successo di DiSanto, Reale e Dimopoli, la vera reunion c'è stata nel 2001, la "colpa" è stata di Pino Di Santo che ha avuto l'idea di contattare me e Martin con la speranza che tutti questi anni fossero serviti per acquisire un po' di saggezza, da allora l'entusiasmo è crescente, anche merito dei nuovi entrati Roberto Solinas e Fabio Chighini, forze sonorità e idee fresche. Cominciammo a provare quasi per gioco, ma dopo il primo mese di prove , la cosa diventò importante e molto più impegnativa del previsto. Appena la notizia si divulgò, cominciarono ad arrivare i primi messaggi di compiacimento e di curiosità. Il primo concerto al porto antico a Genova, fu un grande successo inaspettato.

Dunque negli anni che furono avete avuto un altalenarsi di eventi, dai popolari San Remo e Un Disco per L'Estate, ad un approccio più vicino ai giovani con concerti più attuali, tipo al "Primo concerto d'Avanguardia" di Palermo, "Festival di Gualdo" e molti altri. Ma i veri Delirium quali sono?
Per il grande pubblico i Delirium sono quelli di Jesahel, e Haum, (SanRemo e Disco per l'Estate) ma il nostro primo successo lo ottenemmo proprio ai festival Pop di Viareggio e Palermo con Canto di Osanna, canto mistico PoPolare, il retro del disco era Deliriana brano ritmico e corale molto coinvolgente. Il repertorio nei nostri concerti, avendo solo pochi brani nostri, si basava su brani di: King Crimson, Vanilla Fadge, Jetro Thull.. ecc.. la nostra vera estrazione era ed è questa.

Passiamo al sodalizio con la Black Widow. Sembra che questa collaborazione vi abbia galvanizzato, qual è il segreto di questo sodalizio?
Il segreto è molto semplice, la Black Widow è condotta da tre "ragazzi" con tanto spirito di sopportazione, vennero ad un nostro concerto e dopo un breve colloquio decidemmo di provare una collaborazione. Come primo esperimento ci proposero un Live, visto che sarebbe stato il nostro primo Live accettammo e nacque Vibrazioni Notturne, nel frattempo lavoravamo già a “Il Nome del Vento”.

A proposito dei Jethro Tull, che avete omaggiato nel vostro ottimo "Vibrazioni Notturne", a differenza di quasi la totalità delle altre band, non hanno conosciuto stop nel tempo. Qual'è stato secondo voi il periodo musicale in cui hanno realizzato le cose migliori e perché sono riusciti a sopravvivere fino ad oggi?
Il notevole successo avuto già dal 1968, la grande produzione discografica e il vantaggio di avere un personaggio eclettico, hanno contribuito alla longevità del gruppo, ma soprattutto dello stesso Ian Anderson, diciamo che non ha mai avuto modo di "annoiarsi" vantando collaborazioni con grandi personaggi, non solo nell'ambito rock Jazz prog ma anche spettacoli teatrali con inserimenti di musica barocca . Le cose migliori (gusto mio personale) le hanno realizzate negli anni 70, in particolare Aqualung 1971 e Living in the Past.

Apriamo ora una piccola parentesi, Ettore che ricordo hai dei Kim & The Cadillacs? Puoi raccontarci qualcosa al riguardo?
L'esperienza durò circa tre anni, tre anni di divertimento con un SanRemo nel 1979 e tantissime apparizioni in TV anche all'estero (Germania,Svizzera, Francia, ecc.. ho conosciuto anche i Police agli esordi).. e tante serate, avevamo un modo di fare spettacolo troppo divertente"botti sul palco e anche botte (finte) tra Kim e Mik"quello della benda sull'occhio", musicisti mediocri (loro si definivano così) ma animali da palcoscenico. La presenza di una "banda" di ballerini di rock'n’roll acrobatico, arricchiva la coreografia, ogni spettacolo era un grande successo. Dopo lo spettacolo birra o vino bianco a fiumi.. e qualche volta anche prima dello spettacolo..

Potete farci qualche anticipazione sui vostri progetti futuri?
Prossimamente uscirà un DVD di un nostro concerto al teatro Politeama di Genova dove ha suonato anche il quartetto d’Archi che ha partecipato alla registrazione del disco in una serata indimenticabile, per quanto riguarda i concerti, stiamo valutando le richieste di vari festival (Messico. Canada. Corea. USA) il nostro sogno sarebbe: Viaggio negli Arcipelaghi del tempo versione teatrale ma visto le difficoltà logistiche e finanziarie, se non troviamo uno sponsor o un "pazzo"pensiamo che resterà un sogno, nel frattempo stiamo lavorando ad altro materiale per un prossimo disco.

Noi di Rock Impressions siamo un piccolo contenitore di musica, fatto solo da chi la musica la ama e basta, ma ci piacerebbe una volta tanto (nella nostra modestia) che qualcuno ci lasciasse una esclusiva: diteci qualsiasi cosa che volete e che non avete detto mai a nessuno!
Prima cosa dobbiamo ringraziare voi di Rock Impressions per l'ospitalità e sinceramente senza il supporto di "piccoli contenitori" come il vostro, la nostra musica non avrebbe futuro visto gli inesistenti spazi nei grandi media. Una cosa che non abbiamo mai detto a nessuno.. Tutto quello che abbiamo detto sopra non è vero!!
Scherzi a parte, sarebbero tante le cose che non abbiamo mai detto a nessuno, per non sembrare polemici e per non essere fraintesi preferiamo tenerle per noi.

Un saluto a tutti!
Ettore Vigo
DELIRIUM

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