Rock Impressions

Delyria - Regression in Mind DELYRIA - Regression in Mind
SG Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Death Metal
Support: CD - 2009


I Delyria sono una band di Grosseto e con “Regression In Mind” sono al terzo lavoro da studio. In realtà i primi due “At The Wane Of The Sun” e “Tales From My Abyss” sono mini cd e quindi possiamo ritenere questo un vero e proprio debutto ufficiale. Si formano nel 2005 e li troviamo oggi nella seguente line up: Francesco Angelini (basso), Daniele Cavalli (Batteria), Andrea Germinario (voce), Giancarlo Lucheroni (chitarra) e Fabio Barbetti (chitarra). Chi segue il genere avrà gia sentito nominare il nome Delyria, in quanto i demo sono stati gia ben recensiti da diverse riviste specializzate e webzine.

Nella loro musica si incontrano diverse influenze, ma il binario è quello del Death Metal. I brani contenuti sono undici e tutti della durata media di quattro minuti e poco più. C’è ovviamente rabbia nella musica, c’è potenza , “Empty End For An Empty Man” apre il disco e mette immediatamente le carte in tavola. In un atmosfera cupa, la voce sofferente e grintosa di Andrea disegna scenari apocalittici. Le chitarre scaricano i riff quasi all’unisono, supportate da un ottima ritmica, “Freedoom” ne è un buon esempio. Non possiamo nascondere la passione della band per i Slayer, spesso e volentieri richiamati in certi movimenti sonori.
Le orecchie vengono aggredite anche in “Fall”, brano dalla ritmica spezzata e dalla movenza monolitica. Malgrado tutto, gli interventi di chitarra seguono una buona melodia, gli assolo sono piacevoli e ben si intersecano nel contesto. “Engraved In A Web Of Hate” è sicuramente un pezzo che rende bene dal vivo, comunque di routine, come “Life Under Rotten Sky” anche se quest’ultimo gode di un miglior songwriting. Aumenta il ritmo , ancora di più con “Far From Reality” i Delyria non hanno pietà , vanno dritti verso l’obbiettivo. Anche in questo caso le chitarre recitano una melodia interessante, che spezza decisamente l’ascolto rendendolo meno pesante. Ma , direte voi, questo è metallo pesante! Si è vero, ma una raffica di brani cartacarbone non hanno senso di esistere e questo i Delyria sembrano saperlo.

Il genere Death è questo, si sa e chi lo segue vuole essere sommerso da valanghe di chitarre e grida, niente paura, siete in buone mani. “Eternal Slaves Of The Mirrors” è uno dei miei pezzi preferiti, proprio lo specchio di come si deve costruire un brano del genere, senza stancare troppo. Di nuovo a tutta birra con “Eulogy” e ancora mi trovo a tessere le lodi di un buon songwriting, anche in questo caso variegato e possente. “Dark Omega” non aggiunge nulla di nuovo, mentre la conclusiva “Lost” è il classico dulcis in fundo, quasi sette minuti di metallo pesante e fumante.

Passatemi questo “Regression In Mind” come un debutto ufficiale ed altresì una buona sorpresa, in quanto in Italia non ce ne sono poi così tante di band che sanno cimentarsi in un lavoro così diretto e professionale. Complimenti ai Delyria e un consiglio, scrollatevi di dosso la polvere dei maestri del genere o rischierete di sparire nel vortice dei cloni… e ce ne sono a migliaia… occhio. MS


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