Il primo demo della band era stato proposto alla Minotauro, tramite
Paul Chain, ma alla fine l’accordo non andò in porto
e il disco rimase nel fatidico cassetto. Oggi la band ha voluto riprendere
quelle composizioni a cui ha aggiunto altro materiale del periodo,
alcuni brani sono stati risuonati per l’occasione. Della band
originale oggi restano il tastierista Claudio Nigris e il chitarrista
Vincenzo Trasca.
Il titolo prende spunto da un racconto di Lovecraft e la band confeziona
un lavoro intriso di mistero ed esoterismo. Le musiche affondano le
radici nell’horror rock e nella dark wave, sembra di ascoltare
un anello di congiunzione tra i Black Sabbath, Jacula e i primi Christian
Death, con una vena prog molto interessante. Musica oscura, teatrale,
ricca di momenti di grande intensità espressiva, veramente
lovecraftiana. Il senso di orrore e di incubo permea ogni nota di
questo impressionante lavoro, uno dei più gotici che ho potuto
ascoltare (e di musica gotica ne ho ascoltata parecchia). In particolare
si sente che i brani originali risentono un po’ del periodo
in cui sono stati composti e registrati, hanno uno spirito ottantiano
innegabile, che io trovo molto interessante, anche perché di
fatto la band era comunque decisamente originale nella propria visione.
Quelli registrati recentemente suonano più moderni, ma lo spirito
della band resta intatto. Il cantato di Maetheleyiah, presente nelle
registrazioni originali è un ulteriore valore aggiunto, non
da meno la cantante Elisabetta Marchetti che si è presa l’onere
di reinterpretare i brani rielaborati, ottimo anche il suo contributo.
Musica fascinosa oltre ogni immaginazione, un vero peccato che la
Minotauro non avesse voluto dare fiducia a questo progetto, sarebbe
stato un altro fiore all’occhiello nel loro prestigioso catalogo.
GB
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