Quando si parla di Metal Prog è inesorabile portare la mente
verso band come Symphony X oppure ai maestri Dream Theater, nel caso
dei urbinate Echotime il teatro però è quello vero.
Si, trattasi di teatro Metal, una scena epica aperta ad atti che miscelano
Psichedelìa, Pop, Rock al suono digitale ed al Metal Prog.
Gli atti di “Genuine” sono quattro e ciascuno mette in
evidenza la voce di Alex “Cage” Cangini e la preparazione
tecnica della band. Ambientato in un mondo immaginario, il concept
nasconde molte sorprese, un calderone sonoro alquanto coraggioso e
rivolto ad un pubblico attento e pretenzioso.
Il protagonista della storia ha il nome di Daniel Antony, ricercatore
chimico che vive per anni nel laboratorio dell’enorme città
Leadtown. La sua più grande ambizione è quella di creare
qualcosa di utile per la città ed il mondo intero e ci riesce
quando scopre la molecola Genuine. Essa ha effetti straordinari se
usata correttamente, può salvare il mondo. Come in tutte le
storie, arrivano i cattivi, in questo caso i soliti potenti al potere
a cui l’idea non aggrada. Daniel viene rinchiuso in carcere
in un deserto per anni, fino a quando incontra uno strano uomo di
nome Emit che lo aiuterà ad uscire.
Tutto accade in maniera fantastica ed il nostro eroe cerca di capire
cosa è accaduto a Leadtown in tutti quegli anni.
Quindi si comincia l’ascolto con “Scene1: The Key”,
suddivisa a sua volta in cinque capitoli. Vere e proprie sinfonie
cinematografiche aprono il concept e la qualità sonora molto
curata ne è splendido viatico. Imponente il lavoro delle tastiere
di Filippo “Phil” Martignano, così il supporto
ritmico da parte della coppia Federico “Face” Fazi (batteria)
e Stefano “Ego” Antonelli (bass0). Presente e pulita la
chitarra di Andrea “Bana” Anastasi.
Il suono proietta immagini nella mente, con le dovute proporzioni
“Genuine” è un alter ego di “Metropolis 2:
Scenes From A Memory” dei Dream Theater, per come concepito.
In questo caso non direi cambi umorali o di ritmi repentini, ma cambi
di scene. Fughe strumentali vanno a cozzare con cori imponenti di
scuola Savatage, si stagliano fra ritornelli inflazionati ma pur sempre
gradevoli.
Nella “Scene 2: The Chaos” gli Echotime spesso fanno la
voce grossa ed in questo caso sono i Queensryche a fare capolino fra
le note, scusate se è poco. In “Scene 3: The Rising”
si entra nel laboratorio e si giunge alla nuova cura Genuine. Suoni
più ampi e rilassati si alternano a fasi più energiche.
Nella “Scene 4: The Last Breath” si entra nel Prog con
brevi richiami ai Pink Floyd, anche in questo caso alternati a Metal
Prog in stile Dream Theater.
In conclusione nelle mani abbiamo un lavoro ambizioso e ricco di sonorità,
una enorme scorpacciata che può lasciare sazi per molto tempo.
Musica da vedere ad occhi chiusi o aperti, a seconda della vostra
fantasia. MS
Sito Web + MySpace |