Rock Impressions

Eclipse ECLIPSE
Jumping From Springboards
Musea

Per i più distratti l'America Latina è patria insospettabile di molti grandi talenti prog, fra i più recenti voglio ricordare i venezuelani Tempano, i messicani Cast, i peruviani Fragil, ma ce ne sono molti altri. Dal Brasile ecco arrivare gli Eclipse con un disco sorprendente, di grande livello artistico.

Quello degli Eclipse non è un prog immediato, anzi il disco cresce ascolto dopo ascolto e fin dall'iniziale "Urban Hermit" inizia a regalare grandi emozioni. Il brano è composto di cinque parti per una durata di undici minuti, si parte con un intro molto misterioso e oscuro, poi si cambia continuamente atmosfere e situazioni, magiche e imperdibili le parti di flauto, ma anche la chitarra non è da meno, poesia ed energia si fondono all'insegna di una favolosa epicità. La strumentale "Incas' Revenge" ripropone parti epiche e narrative dove si apprezzano le doti di tutti i musicisti, immenso il basso, nessuno cerca di strafare, ma infondono dosi molto equilibrate di classe e bravura. Il brano omonimo è un prog molto classico e solare, che ricorda un po' i Marillion, ma ci troviamo ad ascoltare un'altro pezzo di vera bravura. I lampi di genio continuano ad arrivare con "Mantiqueira", che con un incedere quasi fusion ci regala tre minuti di magia. "Puzzles" è una traccia lenta e atmosferica, un po' troppo pinkfloydiana nella parte centrale. "Manic Waltz", invece, è molto Crimsoniana, ma è troppo breve. Molto strana e interessante è la sperimentale "Traffic Jams". Conclude l'oscura "Ritual" che inizia con un giro molto ipnotico, per poi ingarbugliarsi in ritmi stralunati dal fascino evocativo.

Gli Eclipse sono una band tutta da scoprire e il loro disco è di quelli da ascoltare e riascoltare. GB



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