Anche noi italiani siamo ben rappresentati in ambito Progressive Metal.
Gli Edenshade appartengono all’ala più sperimentale,
quella dove l’instabilità regna sovrana, dove ogni singolo
brano cambia e la normalità non esiste. Si mantengono comunque
le partiture Death che avevano già contraddistinto il gruppo
in passato, così le parti vocali alternano il Growl con il
clean. Così si possono ascoltare passaggi alla Pain Of Salvation,
oppure alla Dark Tranquillity, ma sono solamente sporadiche sensazioni.
Il leader Stefano Wosz (chitarre) sostituisce alle tastiere Matteo
Belli con il fratello Massimiliano Wosz (Synaptic) e la musica proposta
sembra acquistare in fluidità.
Sono passati tre anni dal precedente debutto discografico “Cezamic
Placebo For A Faint Heart” e da quanto si ascolta in “The
Lesson Betrayed” sembra proprio che i nostri non siano restati
con le mani in mano. Il prodotto è curato in tutti i particolari,
così la produzione ed il ricco artwork, anche questa volta
creato dallo stesso Stefano Wosz. I quarantadue minuti del disco sembrano
volare, a conferma di un impatto emotivo davvero efficace. Le interpretazioni
vocali di Lorenzo Morresi sono a mille sfaccettature, ora isteriche,
ora Growling, poi normali, mostrandosi artista maturo a tutto tondo.
Il sound viaggia sempre su binari tristi ed oscuri e non ci stupiamo
quando in alcuni passaggi fuoriescono i Nevermore. Nemmeno a dirlo,
il lato più Progressive riguarda la scuola Dream Theater. Le
tastiere ricoprono un ruolo importante e producono molteplici suoni
come la fisarmonica, gli archi, i movimenti elettronici e quant’altro.
Non esiste un brano guida, ognuno è un capitolo a se, forse
il più interessante è “They”, ma in questo
caso andiamo nei gusti personali.
Un passo in avanti questo “The Lesson Betrayed” che mette
sotto i riflettori una band che ha molto da dire e che, sono sicuro,
in futuro saprà raccogliere i meritati frutti. La Kingdom Music
con il tempo sta diventando simbolo di qualità. Complimenti.
MS
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