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I musicisti responsabili di questo nuovo progetto si sono incontrati
durante le registrazioni di un disco di un cantautore ed è
nata fra di loro un’intesa immediata, che ha portato alla nascita
di questa formazione dal nome tanto strano e suggestivo. Mi viene
subito da pensare al Messico, in particolare quello raccontato in
tanti film e fumetti western, non a caso il mix proposto è
una mescolanza di flamenco, di blues e di rock, con un piglio molto
moderno e coinvolgente, ma soprattutto suonato con grande padronanza
degli strumenti.
Si parte col brano che dà il titolo all’album, un titolo
ottimista, che fa già sperare in un seguito di questo lavoro,
un giro di chitarra acustica ad opera di Stefano Silenzi dà
il benvenuto, vengono subito in mente Rodrigo y Gabriela e anche il
conterraneo Alessandro Bevivino col suo progetto western metal New
Branch. Come entra la sezione ritmica composta da Andrea Ghion al
basso e Roberto Parolin alla batteria e il cantato e le cose assumono
un deciso carattere rock, il cantante Davide Artusato ha una voce
che graffia, fra il metal e il blues, il pezzo ne esce esaltato, molto
buoni i suoni e anche la stesura del pezzo è sopra le righe.
“Follow Me” è una ballata rock semi acustica, di
grande intensità, anche se non è così originale
come il brano precedente, ma si lascia ascoltare con piacere, notevoli
alcuni passaggi armonici di pregevole fattura, penso in particolare
al piano di Ivan Prevedello. “Shower of Flowers” è
un brano complesso, un po’ ballad e un po’ rock ricercato.
Rispunta il flamenco in “Dirty Diana” un gran bel pezzo,
insieme al brano di apertura è quello che mi è piaciuto
di più, ottimo l’alternarsi di atmosfere poetiche ad
altre cariche di forza, un po’ post grunge, bello l’assolo
di chitarra ed è interpretato in modo magistrale dal singer.
“I’m Just Feeling Like I’m Falling in Love”
è aperta dal pianoforte, un brano intimo e poetico, ancora
molto ben interpretato. “Mama’s Freak” è
un altro episodio dove la band vola alto, un flamenco visionario fa
da sfondo ad una storia da perfetti “losers”. “Superstar
Suicide” nella prima parte è un po’ anonima, ma
poi con l’assolo di chitarra prende il volo e il pezzo dimostra
tutto il proprio valore. “Take Me All the Way” è
un’altra ballad, che si mantiene su buoni livelli, ma incide
poco sull’economia generale del disco. “El Cuento del
Mar” è una breve parentesi atmosferica e poetica di buona
intensità. L’album si chiude con un altro brano abbastanza
teatrale, “A Wolf Inside”, che esprime bene il concetto
di questa musica, che è bella e raffinata, ma che al tempo
stesso ha anche una grande forza primordiale interiore.
Che bel disco e ancora una volta da una band nostrana, c’è
da essere fieri e orgogliosi di trovare tanti bravi artisti nel nostro
paese, ma la domanda è sempre la stessa… cambierà
mai qualcosa in modo che artisti così dotati possano emergere?
GB
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