Rock Impressions

El Cuento de la Chica y la Tequila - 1st Tale EL CUENTO DE LA CHICA Y LA TEQUILA
1st Tale
Selproduced
Distribuzione italiana: -
Genere: Folk Rock
Support: CD
- 2012

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I musicisti responsabili di questo nuovo progetto si sono incontrati durante le registrazioni di un disco di un cantautore ed è nata fra di loro un’intesa immediata, che ha portato alla nascita di questa formazione dal nome tanto strano e suggestivo. Mi viene subito da pensare al Messico, in particolare quello raccontato in tanti film e fumetti western, non a caso il mix proposto è una mescolanza di flamenco, di blues e di rock, con un piglio molto moderno e coinvolgente, ma soprattutto suonato con grande padronanza degli strumenti.

Si parte col brano che dà il titolo all’album, un titolo ottimista, che fa già sperare in un seguito di questo lavoro, un giro di chitarra acustica ad opera di Stefano Silenzi dà il benvenuto, vengono subito in mente Rodrigo y Gabriela e anche il conterraneo Alessandro Bevivino col suo progetto western metal New Branch. Come entra la sezione ritmica composta da Andrea Ghion al basso e Roberto Parolin alla batteria e il cantato e le cose assumono un deciso carattere rock, il cantante Davide Artusato ha una voce che graffia, fra il metal e il blues, il pezzo ne esce esaltato, molto buoni i suoni e anche la stesura del pezzo è sopra le righe. “Follow Me” è una ballata rock semi acustica, di grande intensità, anche se non è così originale come il brano precedente, ma si lascia ascoltare con piacere, notevoli alcuni passaggi armonici di pregevole fattura, penso in particolare al piano di Ivan Prevedello. “Shower of Flowers” è un brano complesso, un po’ ballad e un po’ rock ricercato.

Rispunta il flamenco in “Dirty Diana” un gran bel pezzo, insieme al brano di apertura è quello che mi è piaciuto di più, ottimo l’alternarsi di atmosfere poetiche ad altre cariche di forza, un po’ post grunge, bello l’assolo di chitarra ed è interpretato in modo magistrale dal singer. “I’m Just Feeling Like I’m Falling in Love” è aperta dal pianoforte, un brano intimo e poetico, ancora molto ben interpretato. “Mama’s Freak” è un altro episodio dove la band vola alto, un flamenco visionario fa da sfondo ad una storia da perfetti “losers”. “Superstar Suicide” nella prima parte è un po’ anonima, ma poi con l’assolo di chitarra prende il volo e il pezzo dimostra tutto il proprio valore. “Take Me All the Way” è un’altra ballad, che si mantiene su buoni livelli, ma incide poco sull’economia generale del disco. “El Cuento del Mar” è una breve parentesi atmosferica e poetica di buona intensità. L’album si chiude con un altro brano abbastanza teatrale, “A Wolf Inside”, che esprime bene il concetto di questa musica, che è bella e raffinata, ma che al tempo stesso ha anche una grande forza primordiale interiore.

Che bel disco e ancora una volta da una band nostrana, c’è da essere fieri e orgogliosi di trovare tanti bravi artisti nel nostro paese, ma la domanda è sempre la stessa… cambierà mai qualcosa in modo che artisti così dotati possano emergere? GB

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