Il
nome degli Elegy Of Madness è ancora sconosciuto al grande
pubblico, infatti sono al debutto discografico, ma la prima cosa che
colpisce è come siano arrivati in poco tempo dalla formazione
al sospirato primo disco. Il gruppo si è nato nella primavera
del 2006 nell’area tarantina, su iniziativa del chitarrista
Tony Tomasicchio (ex Ragion Pura), il primo ad unirsi è stato
il bassista Alex Martina (Abhema), seguito a ruota dal compagno batterista
Niko Spinelli, in seguito sostituito da Roberto Raio. Anja Trullo
conquista il posto di singer grazie alla sua voce emozionante e impostata,
infine arriva a completare il combo il tastierista Marcello Lombardi
e il gioco è fatto, gli Elegy Of Madness sono nati.
Queste brevi note biografiche non dicono molto sugli EOM, ma a parlare
è la musica contenuta in questo dischetto. I nostri hanno scelto
di competere nel campo del gothic metal con cantante donna, sulla
scia di Nightwish, Therion, After Forever, Epica e compagnia cantante.
Una formula che non è certo nuova, ma i tarantini si dimostrano
fin dal primo ascolto in grado di competere con i grandi nomi del
genere. Tecnica e ottimo songwriting sono doti che non mancano ai
nostri ed ecco arrivare brani come “Another Path”, che
è aperto da un giro moderno e quasi elettronico di buon effetto,
presto sotituito dal muro sonoro delle chitarre, un assalto potente
e malingno che si insinua nella nostra mente con crudeltà.
Ma la prima vera sorpresa è la bella voce di Anja che porta
in alto il brano. “Voices” alterna con sapienza poesia
e forza espressiva, in questa canzone gli EOM hanno saputo coniugare
delle linee melodiche romantiche con la forza del gothic metal, anche
in questo caso determinante è la voce di Anja che regala intense
emozioni. “William Wallace” (se qualcuno non sa chi è
mi arrabbio!) è una piece molto epica, che si apre con un bel
giro acustico di chitarra, poi subentra la partitura metal che ricorda
vagamente certi Iron Maiden più epici e certo folk metal, c’è
anche un intermezzo che rievoca una battaglia con tanto di melodie
dal sapore celtico, davvero non male, anche se secondo me potevano
renderla ancora pià teatrale. “The Curse” è
una classica metal song che pompa adrenalina direttamente nelle vene,
l’uso della doppia cassa è misurato e poi ci sono parti
più lente che intermezzano vere e proprie cavalcate, a sorpresa
troviamo anche un intermezzo vagamente reggae, i nostri giocano con
la musica e divertono.
Gli Elegy Of Madness sono un gruppo acerbo, eppure hanno già
una forte personalità, se questa è la premessa credo
che sentiremo ancora parlare di loro nel prossimo futuro. Certo hanno
scelto di competere in un genere già molto affollato di ottimi
talenti, ma sembra che abbiano le carte in regola per attirare l’attenzione
del pubblico, noi facciamo già il tifo per loro. GB
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