Anche
un minidisco è un piccolo passo verso la lunga strada del ritorno
alla normalità. Infatti gli Elsewhere sono dell’Aquila,
capoluogo Abruzzese sfregiato dal tremendo terremoto del 6 aprile
2009. La band esiste da alcuni anni ed oggi la ritroviamo con una
line up a cinque elementi, grazie alla giunta del chitarrista Luciano,
proveniente dai IV Luna. Il gruppo è completato da Martino
alla voce, Riccardo alle tastiere, Simone alla batteria ed Edoardo
al basso. Con “Then Nothing” gli Elsewhere fanno il secondo
passo da studio, dopo l’EP autoprodotto “Between The Arms
Of The Unknown” del 2007.
La copertina del disco è oscura come la propria musica, preambolo
perfetto della miniopera, descrizione di uno stato d’animo che
presto si andrà ad annuvolare. Si parla del rapporto fra l’uomo
e la morte, il decadimento del corpo durante la malattia, un passo
cadenzato nel dolore. Questa è la suite “A Worthless
Corpse”, narrata dalla voce di Martino che si alterna fra growling
e clear vocal. Non fatevi illudere dal dolce piano iniziale, uno squarcio
sonoro improvviso vi travolgerà e vi porterà fra le
braccia della “malattia”. Non solo Doom nella musica degli
Elsewhere, ma anche sprazzi di Progressive Rock, grazie ad alcuni
passaggi acustici e tastieristici suonati dal piano di Riccardo. A
tratti vengono alla mente gli Anathema di alcuni anni fa, ma anche
Paradise Lost ed i My Dying Bride. Con “Forsaking” proseguono
le angosce mentali al quale l’uomo si sottopone spesso e volentieri
nel corso della propria vita. Una musica pesante, nera ed appiccicosa
come la pece si attacca nella nostra mente. Non ci si basa sul ritornello,
tutti i brani sono articolati e composti come una suite di Progressive
Rock più sperimentale. Cambi di tempo e spacchi acustici spezzano
l’ascolto in continuazione, rendendo tutto più fruibile,
in parole povere riescono ad alleviare l’oscurità che
ci circonda. La band si muove bene all’unisono, solo un appunto
per la voce di Martino, ottimo interprete, meglio nelle parti growling
, ma che ancora deve imparare a controllare le parti pulite. Chiude
l’EP della durata di mezz’ora la monolitica “We
Are Water”, dove l’uomo si chiede per l’ennesima
volta come uscire dal mistero della morte. Importante l’apporto
della chitarra di Luciano, un tocco di esperienza in più che
rende l’ascolto più lineare.
Questo EP nasconde buone idee che sono sicuro gli Elsewhere in futuro
sapranno sviluppare al meglio, le carte sono in regola. Bravi ragazzi.
MS
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