Rock Impressions

Elvis Deluxe - The Story So Far ELVIS DELUXE - The Story So Far
Metal Mind
Distribuzione italiana: Andromeda Dischi

Genere: Garage
Support: CD - 2013


Non ho molte informazioni su questo quartetto polacco, pare siano al decimo anno di attività, che questo sia il loro terzo album in studio e che siano abbastanza considerati nel panorama stoner. Il disco si compone di otto brani di cui uno è la cover di “Seek and Destroy” degli Stooges.

Il disco appare subito molto lisergico, la musica pesca a piene mani nel sound garage proto punk della fine degli anni sessanta, dai Blue Cheer ai meno noti Litter ai già citati Stooges, “Your Godfreed” è una partenza decisa, che impone subito un ascolto passionale, musica che entra nelle viscere con forza. Si prosegue con sicurezza con la ruvida “No Reason”, il sound è sempre saturo e carico di reminiscenze, ma gli Elvis Deluxe sono bravi a dar vita a composizioni interessanti e sufficientemente personali. “Dark Lovers” è invece molto psichedelica, i suoni si fanno più onirici e spirituali, anche se verso metà il brano prende vigore e intensità e diventa più complesso di quanto si poteva pensare, davvero un buon pezzo. “Face It” mi fa venire in mente anche l’album Love dei Cult, fra i primi a guidare il revival che avrebbe presto preso piede, un altro gran pezzo. Ancora grandi emozioni con la lunga e complessa “Something to Hide”, chi ha amato il periodo musicale a cui questi musicisti fanno riferimento non può non amare questa band che ci mette tutta l’anima per ricreare le giuste atmosfere. Questo quinto brano chiude idealmente la prima parte del cd.

La seconda propone due brani del primo periodo del gruppo, il primo è la ruvidissima “Out of Life”, la personalità della band emerge già con forza, anche se il gruppo appare molto più grezzo. Bella pesante è anche “The Hope” le strutture sono più semplici e dirette, se volete più punk, ma non è un difetto. Chiude la cover della storica band americana e si sente tutto il peso dell’eredità del gruppo di Iggy Pop, difficile immaginare cosa sarebbe il rock senza il loro contributo, di certo molto più povero.

Si può discutere sul valore dei gruppi vintage come questo, ma credo che se la musica degli anni 60-70 esercita ancora un tale fascino ci sarà più di un motivo per tenerla in vita e perpetrarne la tradizione, forse non tutto quello che c’era da dire è stato già detto. GB


Flash Forward Magazine

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