Rock, rintocchi alternativi, apparenza pop, cultura musicale. Ecco gli ingredienti degli Emmablu, rock-band di Varese, a cavallo tra Led Zeppelin ed Afterhours. Si perché i nostri palesano tendenze amabili verso la lingua italiana, che sembra plasmare alla perfezione le articolate soluzioni letterarie e musicali della band. L'omonimo album trasuda rock, quello degli anni passati e che si rifà alla sponda più hard rock, per la precisione.

Registrato alle Officine Meccaniche di Milano, "Emmablu" si apre al mondo tra la purezza rock e la ricerca lirica, da "Reagire", energica e sbarazzina, a "Quello Che Fai", zeppeliana, acida e magnetica, fino a "Oceano", in cui la vocalità diventa parte integrante del pezzo stesso, vantando quell'impostazione raffinata e dotata, che ne risulta vincitrice per capacità di colpire nel segno. Poi "Come Musica", orecchiabile e facilmente radiofonica, "Bastardo Indifferente", ballata afterhoursiana intensa, "Dove Vuoi La Verità", intimista e popolarmente acustica e "Voglio", ancor più sofisticata e "Manuel Agnelli style". "Grida Amore" riprende verve ed energia, "Tornerai", ricade nel'intimità sonora ed infina "Nell'Aria", che alterna entrambe le ricerche sonore in una canzone meravigliosa e di preziosa fattura artistica.

Un gran bell'album, per una band che magari non potrà vantare effettive ricerche e sperimentazioni sonore, ma che si manifesta nella propria bellezza culturale esattamente nell'incrocio tra passato e presente. Da avere. IR

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