L’Italia in ambito Metal Prog ha sempre saputo farsi valere,
si è potuto ascoltare band dalle idée chiare e buona
tecnica, quello che però non ha mai tirato è il genere.
Tutto quello che gira attorno al termine “Prog” è
relegato ad un pubblico di nicchia e questo è un grande peccato,
perché non solo si può apprezzare buona musica per la
mente, ma scariocare anche tanta adrenalina. Gli Empty Tremor sono
una delle band più importanti, formatisi nel 1993 a Ravenna,
ad oggi ci hanno lasciato tre dischi di indiscusso valore artistico,
come “Apocolokyntosys” (1997), “Eros And Thanatos”
(2000) e “The Alien Inside” (2004). Molto del merito è
andato a Daniele Liverani, in veste di tastierista anziché
di chitarrista come lo si conosce in principalmodo, ma anche a Giò
De Luigi, che in “Iridium” (quarto suggello da studio)
ritorna dopo l’assenza di “The Alien Inside”. Qui
è Liverani a mancare, tuttavia la musica degli Empty Tremor
in generale resta la stessa.
Sono tanti sei anni di assenza e un ringraziamento per la riuscita
di “Iridium” va sicuramente alla SG Records, la quale
arruola gli Empty Tremor nelle proprie scuderie. E fanno bene, in
quanto questo nuovo sforzo creativo è profondo ed altamente
professionale, composto da nove canzoni di elevato spessore artistico.
Il merito si aggira nel fatto che tutta l’esperienza accumulata
negli anni, compresi i concerti con Malmsteen ed i Dream Theater,
porta il sestetto a comporre musica dalla buona personalità.
I richiami ai Dream Theater, band bersagliata nell’ambito, sono
pochi e comunque sporadici. Nell’iniziale “Breaking The
Mirror sono le tastiere di Marco Scott Gilardi a dare fascino ed eleganza
alla struttura pacatamente epica, che si conclude con delle coralità
vocali davvero affascinanti. Il Metal si propone in tutta la sua grandezza
nella successiva “Run” e qui sono le chitarre di Christian
Tombetti e di Marco Guerrini a descrivere ampi riff taglienti. Una
band Metal Prog deve necessariamente avere una ritmica pulita e tecnica,
qui il ruolo è ben coperto da Tennis Randi (basso) e da Dario
Cicconi (batteria). Quello che si precepisce fra le note del disco
è una sensazione di libertà, quella data dal piacere
di suonare. Bello il crescendo dell’acustica “Warm Embrice”,
un escalation emotiva che porta nel lido del Metal Prog, quello dominato
da cambi di ritmo ed umorali.
C’è eleganza ed ancora una volta buone coralità,
quel portamento raffinato che viene ben rappresentato anche nell’esaustivo
artwork del cd creato da Christian Tombetti. La musica riempie la
mente, i suoni sono buoni e fra assolo e basi di tastiere c’è
di che rimanere soddisfatti. Il lavoro delle chitarre diventa più
importante in “Autumn Leaves”, specie negli assolo e chi
apprezza le fughe, qui ha pane per i propri denti. Gli Empty Tremor
alternano bene brani possenti a quieti introspettive e fanno molto
bene, in quanto l’ascolto ne acquista in interesse e tutto scorre
più fluidamente. “Friends In Progression” comincia
proprio con piano e voce, per poi man mano lasciare entrare tutti
gli strumenti in una ballata Metal Prog che raggiunge il proprio apice
nell’assolo di chitarra. Potrebbe far venire alla mente sia
qualcosa dei Queensryche che dei Savatage. Lo stile è dunque
definito, un equilibrio fra melodie e tecnica , altro esempio è
“Unconditional Love”. Un velo di malinconia copre “Everyday”,
una ballata cristallina e toccante e qui la prova vocale di Giò
è davvero buona. Tornano i cori e l’adrenalina nelle
vene con “The Last Day On Earth”, canzone semplice impreziosita
da un buon uso di tastiere. Chiude alla grande la title track “Iridium”,
spettacolare fuoco d’artificio a suggello di un lavoro impeccabile.
Sono sicuro che se questo disco fosse stato realizzato da una band
straniera, ora saremmo qui a gridare al capolavoro….. e no ragazzi,
mi dispiace per voi esterofili…. questi sono Italiani! MS
Altre recensioni: The Alien Inside;
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