Dalla
Virginia gli americani Ephemeral Sun, con questo secondo lavoro da
studio, cambiano le regole del Metal Prog. Fare un disco in questo
stile musicale, senza cantato e senza avere riferimenti quali Dream
Theater e Symphony X, è tutto un dire. Si formano nel 2002
ed esordiscono con l’ottimo “Broken Door” nel 2004.
In realtà siamo al cospetto di Progressive Rock con grandi
interventi di chitarra, più che di Metal, il quale si manifesta
in maniera blanda. Le tastiere Synth di John Battema riempiono il
suono, rendendolo spesso sinfonico e rotondo, ma il merito maggiore
va a Brian O’Neill ed alla sua chitarra. La sezione ritmica
, senza strafare, è pulita e dimostra affiatamento. Al basso
c’è Charlie Gore e alla batteria Jeff Malone.
Il disco è composto da quattro episodi, il primo dal titolo
“Springsong” e dura quasi tredici minuti. Inevitabili
i cambi d’umore e di ritmo, ma quello che sorregge l’ascolto
è la freschezza del songwriting, mai scontato ed aperto a tutte
le soluzioni. Non si può fare a meno di riscontrare influenze
come World Music, Elettronica, Jazz e Fusion, il tutto shekerato con
della moderata distorsione elettrica della chitarra. Esistono anche
parti pulite, come nella successiva “Prism”, brano molto
d’atmosfera e che può far pensare anche agli anni che
furono. Il disco di per se è un crescendo emotivo, più
si prosegue e più si resta stupiti dalle qualità tecniche
di questi artisti. “Memoirs” è dolcissima, un piano
scrive nella mente di chi ascolta una poesia di grande sentimento,
supportata da una chitarra elettrica struggente ed intimistica. Tutto
questo è un breve preludio per una megasuite spaventosa e detto
da chi ascolta Prog da 35 anni, dovrebbe avere un senso altamente
sincero. “Harvest Aorta”, quarantadue minuti di grande
musica, quella che non ti aspetti, un caracollare da un umore all’altro,
una suite Metal Prog unica nel suo genere e molto psichedelica. Da
questo brano il buon 80% delle band del genere, deve imparare qualcosa.
Qui si dimostra che avere personalità è la cosa prioritaria,
non serve assolutamente copiare le orme di band più altolocate.
Il Prog degli Ephemeral Sun è totale, spazia da tutti i generi
a tutti gli anni, per cui sono sicuro che nessun estimatore del genere
resterà deluso. Questo non è un disco, ma una colonna
sonora per lo stato d’animo. Io faccio una scommessa, segnatevi
questo nome, ne sentiremo parlare sicuramente, anche se qui in Italia
le cose fatte alla perfezione non piacciono, perché fanno pensare
troppo. Strepitoso e da avere! MS
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