Rock Impressions

Ethers Edge - Return to Type ETHERS EDGE - Return to Type
Selfproduced
Distribuzione italiana: no
Genere: Post Modern Prog
Support: CD - 2010

La patria del prog oggigiorno sforna sempre meno artisti dediti a questo genere, ma ogni tanto è ancora capace di sorprenderci con nuovi nomi, artisti che spesso riescono a fare del prog tutt’altro che scontato. Oggi abbiamo per le mani il debutto degli Ethers Edge capitanati dal polistrumentista Bazza Preece, che si ispirano al prog post moderno nato dai Porcupine Tree e portato avanti oggi da molte nuove formazioni, ammaliate dal genio di Steven Wilson.

L’avvio non è proprio fluido, si sentono le pecche dell’autoproduzione, i suoni non hanno quella bellezza richiesta dalle atmosfere ricercate, ma il tessuto compositivo è alquanto intrigante, ci sono tempi complessi e varie parti che si mescolano tra loro con ingegnosità, il peso degli artisti del cosidetto prog post moderno si sente, ma gli Ethers Edge riescono comunque a trovare una propria dimensione che sicuramente emergerà con maggiore sicurezza nei lavori futuri. Comunque il primo brano “Here I Am” raccoglie molte idee interessanti, che vengono elargite lungo i quasi nove minuti con cui ci intrattiene, fra atmosfere misteriche e buoni cambi di situazioni. “The Routine” è un brano tormentato, oscuro, che si colloca perfettamente nel genere proposto dal progetto di Bazza, troviamo ancora soluzioni interessanti. “Whitewashed Everything” è una ballata triste e lenta, molto intimista, che ha alcune soluzioni melodiche piacevoli, ma non è particolarmente intrigante. Bello “Facing Reality”, c’è personalità e voglia di fare musica, ci sono ottime basi che potrebbero uscire davvero bene con una produzione adeguata. La voce di Bazza è un po’ bassa e in titoli come la title track, penalizzano un po’ l’ascolto, probabilmente sarebbe meglio per il futuro se lasciasse ad una altro il compito di intepretare i brani. Musicalmente questo brano è complesso e ricorda anche tensioni Crimsoniane, verso la parte finale poi diventa anche molto poetica, per poi accelerare di nuovo in un finale che non convince del tutto. Su queste coordinate si muove il resto del cd che presenta altre cinque composizioni molto piacevoli all’ascolto, costruite con una buona vena creativa.

Bazza Preece è un buon artista, questo suo primo disco dimostra tutte le sue qualità, ma per poter emergere ha bisogno di una produzione all’altezza delle sue visioni artistiche, inoltre non lo vedrei male coadiuvato da una vera band, ne guadagnerebbe sicuramente il sound. GB

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