Il gruppo sardo degli Eurasia debutta con questo disco in pieno stile punk con cantato demenziale, sullo stile di quanto hanno proposto negli anni formazioni come i CCCP o, per allargare gli orrizzonti, gli Stiff Little Fingers. Il passato del gruppo è ricco di soddisfazioni, dal vivo hanno aperto per artisti come Battiato, Vasco Rossi e Goran Bregovic. Una musica scarna, essenziale, pochi accordi e soluzioni ritmiche semplici e dirette, ovviamente è tutto già sentito, soluzioni prevedibili oltre ogni limite.

Il punk è sempre divertente e certi testi, pur nella loro infantilità, danno degli stimoli su cui può essere utile riflettere, il problema è la mancanza di originalità che in questo lavoro sfiora il 100%. Ad onor del vero il gruppo è capace e le tredici traccie proposte, una è una simpatica cover di “Lamette” della Rettore, sono molto convincenti e credibili, non c’è dubbio gli Eurasia ci sanno fare e dimostrano a più riprese di conoscere molto bene la materia, l’unica cosa che mi ha convinto poco è la seriosità del cantante, avrei preferito un tono più caustico, ironico e beffardo.

Gli Eurasia hanno talento e capacità, non sono doti da poco, ma dovrebbero cercare di diventare più originali, certo i giovanissimi non conoscono i vecchi gruppi punk, ma questo non è un buon motivo per proporre sonorità così abusate. GB