Rock Impressions

Everwood - Without Saving EVERWOOD - Without Saving
ProgRock Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog Metal
Support: CD - 2012


Una copertina molto intrigante, tanto ricca di dettagli che la dimensione ridotta non rende giustizia al pregevole lavoro di Android Jones (www.androidjones.com), ci introduce al terzo album degli Everwood, una band ungherese nata nel 2004, ma ancora poco conosciuta. Il gruppo è un classico quintetto dedito al prog metal, oggi sono molte le band che in un modo o nell’altro si sono lasciate affascinare da questo genere musicale, che ha permesso di esprimere grandi partiture musicali, visionarie ed epiche, con svariate influenze che vanno dalla classica, in particolare sinfonica, al jazz e al folk.

Avvio rovente con il riffing serrato di “Rain”, la band spinge subito l’acceleratore, ma ci sono degli intrecci che spiazzano, perché parte quasi subito un alternarsi piuttosto personale di parti melodiche e ruvide, bello il cantato che si innesta su queste esecuzioni ginniche, degne del miglior prog metal ad alto tasso tecnico, finale tutto in crescendo. “Never Trust a Snake” parte con delle tastiere ficcanti e un po’ ruffiane, poi subentra una chitarra molto pesante, che fa da contrasto al cantato melodico, l’antitesi è azzeccata e quello che può sembrare scontato non lo è per nulla e il risultato complessivo è alquanto intrigante. “Desert Sun” poi è grandissimo prog metal sinfonico, l’impostazione neo classica è strepitosa, l’incipit epico si inserisce fra i migliori episodi di metal eroico, poi l’idea iniziale si perde un po’, ma senza mai scadere. “Free” è una ballatona elettrica molto romantica, molto bello e intenso il crescendo finale. Ma le sorprese non sono finite ed ecco arrivare l’esuberante “Experience This”, un brano pieno di invenzioni tutte da godere. Tutto finito? Macché, ecco che “Can’t Find” non è da meno, forse non così esuberante come il precedente, ma sempre molto coinvolgente. Si continua su questo livello anche nei brani seguenti fino alla fine del cd, anche se i vertici sono già passati.

È proprio vero che dai posti più impensati possono arrivare delle belle sorprese, la scena ungherese è praticamente del tutto sconosciuta, ma chissà che gruppi come questo non riescano a far emergere delle eccellenze tutte da scoprire. GB

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