Sotto
questo moniker si nasconde il progetto one-man del polistrumentista
Hikaru Sekine, un musicista affascinato da artisti come Anthony Philips
e Mike Olfield.
Lo strumento principe è la chitarra acustica che viene suonata
con grande delicatezza alla ricerca di melodie molto armoniose ed
evocative, mentre altre volte l'attore principale è un flauto
altrettanto sognante e garbato.
Musica morbida e semplice, ma non immediata, che richiede pazienza
e voglia di profondità per coinvolgere con il suo minimalismo,
utilizzato come ricerca di una purezza artistica contemplativa.
Quattordici brani lievi come acquerelli, simbolici come una composizione
ikebana accompagnano l'ascoltatore in un giardino segreto alla scoperta
di una più profonda dimensione interiore.
Un disco fuori tempo, incantevole e affascinante, ma anche molto difficile.
GB
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