Questo duo, il cui nome mi ricorda una vecchia barzelletta, proviene
da Sermide (MN) e dal 2011 produce musica elettronica. Diverse le
iniziative artistiche a cui hanno partecipato, la loro musica ha riscosso
un buon interesse, tanto che hanno fatto live in molti paesi e inciso
anche per etichette estere. Questo è il loro quarto album e
il titolo si riferisce ad un ipotetico conteggio di passi fatti da
un umano nella sua vita intera, una sorta di misurazione alternativa
al tempo per valutare l’esistenza umana. Idea simpatica, ma
che sottintende anche un desiderio di profondità e spessore.
L’album contiene dieci brani, dominati da un’elettronica
morbida e leggermente ballabile, i due non rinunciano a sperimentare,
infatti la strumentazione usata è in parte realizzata da loro
stessi e si avverte il desiderio di trovare soluzioni non banali,
con un cantato personale. I testi sono ora ironici ora introspettivi,
ogni tanto c’è anche un po’ di trip hop, ma per
lo più è un prodotto dall’approccio abbastanza
facile e diretto.
Personalmente preferisco un’elettronica più dura e cupa,
comunque, anche se non sono di certo un esperto in questo campo, trovo
fresca la proposta di questi musicisti. GB
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