Dopo il disco di esordio del 2014 dal titolo “La Memoria Delle
Maschere'', ritorna il polistrumentista napoletano Roberto Frattini
. A supportarlo è sempre la Psych Up Melodies di Fabrizio Di
Vicino, con il quale nel tempo partecipa nel progetto Sistra.
Nel bagaglio culturale dell’artista, risiedono differenti stili
musicali, che variano dal Progressive Rock, alla Psichedelia passando
per il Blues, il Rock ed il cantautorato.
Il nuovo album “Little Domestic Ghosts” è composto
da undici brani, di cui dieci rivisitazioni di canzoni degli anni
’20, ’30 e ’40 e uno, il conclusivo “Fratt
Rag”, ad opera di Frattini stesso.
Tutti gli strumenti sono suonati dall’artista che comunque si
coadiuva di special guest come Nevio Pizza (chitarra acustica in “Devil
Got My Woman”), Francesca Filippi (basso in “Devil Got
My Woman”) e Fabrizio Di Vicino (basso in “Fratt Rag”).
L’artwork è ad opera di Edmondo Danti.
Grande Blues iniziale con “Rattlesnake Blues” di Charley
Patton, Padre del Delta Blues del Mississipi verso la fine degli anni
’20. Il pezzo viene ri-arrangiato con chitarra acustica ed elettrica.
Subentra l’ausilio dell’elettronica e vocoder in “Hard
Times Killing Floor” di Skip James, chitarrista e pianista americano
famoso soprattutto per la sua “I'm So Glad”, ripresa dai
Cream negli anni '60. Sua anche la cover “Devil Got My Woman”
con un interessantissimo arrangiamento. Potrebbe benissimo uscire
da un album dei Jethro Tull (quelli Folk/Blues ovviamente). Non manca
il tributo alla grande Bessie Smith, cantante americana soprannominata
“l’imperatrice del Blues” negli anni ’20 e
’30 con il brano “Carless Love”, una ballata gentilmente
calda e “Hounted House Blues”.
Seguono due capostipiti della storia del Blues entrambi ciechi, Blind
Willie Johnson con “Dark Was The Night Cold Was The Ground”
e Blind Lemmon Jefferson con “Black Snake Moan”. Quest’ultimo
è considerato fra i pionieri ed ispiratori di artisti successivi
come Robert Johnson. Ancora una volta gli arrangiamenti di Frattini
donano all’ascolto calore e rotondità, un suono avvolgente
e spiritualmente toccante. E giù di slide guitars.
Rimanendo negli anni ’20 si giunge al suono di Hambone Willie
Newbern del Tennessee con il brano “Roll And Tumble”,
qui rispolverato e arricchito di nuova freschezza, più gioiale
e giocoso. Buono l’uso della chitarra elettrica. Si torna al
Delta Blues con Bukka White ed il brano “Good Gin Blues”,
ritmato e graffiante. Ultimo tributo, ma solo per ordine cronologico
e non per importanza, viene dato al chitarrista Blind Boy Fuller,
fra i più influenti artisti dell’area Piedmont Blues,
mentre la conclusiva e breve “Fratt Rag” è un saggio
delle qualità chitarristiche di Frattini, davvero eccellenti.
Un album da ascoltare con un buon whiskey in mano, seduti e rilassati
perché c’è di che godere e soprattutto onorare.
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